Solazzo (Cisl): Brindisi potenzi un fronte comune sulle complessità poste dalla transizione energetica e industriale

Nemmeno le condizioni meteorologiche agostane, di caldo afoso, hanno messo in stand by a Brindisi le problematiche dello sviluppo e le complessità vertenziali del territorio a partire dalla questione Sir che ha visto il serrato confronto tra sindacati, aziende, Confindustria e l’autorevole ruolo istituzionale del Prefetto, Dott. Carnevale e del Questore Dott. Lionetti, per una soluzione seppur temporanea ma che ha certificato l’esigenza di una unità d’intenti da preservare e valorizzare sempre.
Le questioni incombono ed i tempi si assottigliano, se solo si pensa – ad esempio – che per il processo di de-carbonizzazione della Centrale Enel, partito prima ancora che fossero programmate opportune alternative produttive ed occupazionali, sono da individuare le opportune soluzioni per gestire la transizione con responsabilità ed autonomia di pensiero, tanto nel metodo quanto nel merito.
Nel metodo, in quanto idee, confronto, proposte e visione condivisa tra parti sociali, istituzioni e politica, restano a parere della Cisl il percorso privilegiato, dal momento che speculazioni inappropriate e protagonismi di parte oltreché rivelarsi divisivi non giovano alla causa comune, né all’economia e meno ancora ai destini occupazionali di migliaia di lavoratrici, di lavoratori e di giovani che non vorrebbero lasciare la loro terra.
Nel merito, vanno considerate le proposte esistenti, per agevolare la messa a terra dei relativi investimenti – da tutti evocati però mai cantierizzati – sulle quali in svariate circostanze, con nostre iniziative specifiche, abbiamo sollecitato istituzioni e partiti.
Pensiamo agli investimenti nelle filiere delle rinnovabili, alla manifestazione di interesse avanzata dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, insieme all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, per la cantieristica navale, relativa alla costruzione di infrastrutture per l’eolico offshore.
Investimenti, insomma, per promuovere i quali il territorio deve impegnarsi, facendo leva sulla rappresentanza parlamentare, istituzionale, politica, imprenditoriale, con un gioco di squadra che non sottovaluti come analoghe manifestazioni di interesse risultino avanzate anche da altre realtà portuali.
Altrettanto auspicabili sono l’apertura del cantiere ACT Blade per la produzione di pale eoliche innovative e gli investimenti previsti dalla ex Falk Renewables (poi Renantis e BlueFloat Energy), oggi JV Nadara-BlueFloat Energy.
Purtroppo, apprendiamo più dei continui cambi di denominazioni societarie che dell’effettiva messa terra degli investimenti annunciati, rispetto ai quali sarebbe opportuno comprendere perché gli stessi non vengano velocizzati e, inoltre, come dovrebbero concretizzarsi in risorse finanziarie, in fabbisogni occupazionali, in competenze necessarie, in corsi di formazione da preventivare, in bacini occupazionali da considerare.
E’ inaudito che su tali questioni non si avviino ancora tavoli specifici e non si rifugga da iniziative general generiche in cui si parla di tutto e di più, senza approdare a chiarimenti definitivi ed a soluzioni concrete.
Oltretutto, sarebbe il caso di avviare una discussione territoriale sulla Zes unica e sul relativo piano che punta su nove filiere per investimenti: Agroindustria, Turismo, Elettronica, Automotive, Made in Italy, Chimica e Farmaceutica, Navale e Cantieristica, Aerospazio e Ferroviario.
Una discussione che potrebbe includere un dialogo sui temi della Chimica e della Farmaceutica, che proprio su Brindisi risultano settori a rischio criticità, considerando le due realtà di LyondellBasell ed Euroapi s.r.l.
Di quest’ultima continuiamo a leggere notizie di programmi e di progetti ma anche di orientamenti alla vendita della stessa società.
Tra le poche attuali certezze figura la convocazione, che auspichiamo imminente, del tavolo inter-ministeriale di coordinamento sulla de-carbonizzazione, che potrebbe varare un Accordo di programma che sancisca la realizzazione dei quattro progetti di investimenti anticipati nell’ultimo incontro, tenutosi a Roma lo scorso 11 giugno: Scandiuzzi società di metalmeccanica e costruzioni, il succitato di ACT Blade per la produzione di pale eoliche innovative, Greenthesis Group su riciclo di pale eoliche dismesse, Grimaldi per la logistica.
Potrebbe, persino, aggiungersene un quinto, della Fincosit per la realizzazione di infrastrutture relative agli impianti eolici offshore.
E’ chiaro che ciò per noi non è ancora sufficiente, poiché andrebbe allargato il confronto sui temi succitati, coinvolgendo tutti i grandi player oltre alla stessa Enel che continua a giocare un ruolo essenziale per il territorio nel processo di de-carbonizzazione.
Processo per il quale la questione approvvigionamento energetico del Paese non può essere trattata come se tutti i rischi inerenti a costi ed a riserve energetiche fossero già risolti.
La situazione geopolitica, nel panorama non solo europeo non è rassicurante ed i focolai di guerra, come quelli in Ucraina e nel Medio Oriente, registrano più escalation che soluzioni; perciò gli investimenti nel gas restano strategici per l’Italia e per i sistemi produttivi di determinate realtà territoriali, come Brindisi.
Dichiarare da un canto di volersi posizionare come hub energetico del Mediterraneo e dall’altro osteggiare taluni investimenti in campo energetico è un ossimoro che non passa inosservato a chi intende investire nel nostro territorio.
Brindisi, perciò, si caratterizzi come area attrattiva, specie in questo momento storico in cui transizione ecologica, industriale e sociale hanno innescato nuove competizioni tra territori.
Competizioni in cui risulteranno vincenti quelle realtà che dimostreranno di saper fare squadra, di essere disponibili ad accogliere nuova imprenditorialità e, soprattutto, di saper rendere disponibili infrastrutture e servizi.
E’ a tutto questo, noi crediamo, che devono concorrere la buona politica, gli Amministratori pubblici illuminati e la partecipazione corresponsabile delle Parti sociali.

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