La notizia tanto grave quanto inaspettata, riguardante l’annuncio della Società EuroApi secondo cui non ci sarebbe futuro per la ex Sanofi, benché da essa acquisita per aggiornarne e ammodernarne lo stabilimento che conta 250 dipendenti diretti, conferma quanto la Cisl denuncia da tempo, ovvero l’inesorabile depauperamento industriale del territorio di Brindisi.
Insomma, sembrerebbero cadute nel vuoto, finora, le rivendicazioni sindacali, nei fatti sottovalutate dalla politica e dalle istituzioni, circa la necessità di una attenzione strategica per quest’area già alle prese un duro processo di de-carbonizzazione della Centrale Enel di Cerano, mentre continua a permanere il buio sugli investimenti da mettere a terra.
Ci sarà pure in ballo il progetto “Puglia Green Hydrogen Valley” selezionato per un finanziamento Ipcei (Importanti Progetti di Interesse Comune Europeo) pari a un importo massimo di 370 milioni di euro, che su iniziativa di Edison Next, Saipem e Sosteneo (società dell’ecosistema Generali Investments per rinnovabili e transizione energetica) prevede la realizzazione di due impianti a Brindisi e Taranto.
Ma tutto ciò è ancora da decifrare, mentre di concreto al momento ci sono chiusure e richieste di cassa integrazione per i dipendenti Basell e, solo per il momento, della Sir (appalto Enel).
Questi sono temi che solleveremo al tavolo del Comitato ex art 24bis dl 50/22 sulla riconversione della centrale di Cerano, già fissato per 5 marzo prossimo; tavolo finalmente ripreso a livello nazionale giacché mai potrebbe venir meno una strategia di intervento complessivo che coinvolga anche i Ministeri.
Storicamente Brindisi è stata concepita, al servizio del Paese, come polo strategico nei settori energia e chimica; perciò, è inaccettabile che oggi anziché puntare su riconversioni industriali sostenibili e innovazione si registrano solo chiusure.
Non è questa la Transizione energetica cui pensiamo!
Come Cisl, insieme con le Federazioni di categoria interessate, siamo pronti a mettere in campo ogni utile strategia tesa a ribaltare il processo di desertificazione in atto a Brindisi e ad operare affinché venga recuperata, con un patto di responsabilità condivisa, la speranza di una rinascita industriale del territorio.