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Solazzo (Cisl): impegni del Governo da verificare su un accordo di programma per Brindisi

La folta presenza a Roma, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, della Cisl territoriale, dei segretari delle nostre Federazioni coinvolte nel processo di decarbonizzazione della Centrale Federico II – Fim, Fisascat, Femca, Fit, Flaei – insieme con il collega Cosmo Colonna della Confederazione nazionale e Andrea Ronci segretario nazionale Flaei Cisl, ha inteso far risaltare le ricadute a Brindisi di una transizione energetica epocale che, se non ben governata politicamente e socialmente, potrebbe determinare pesantissime conseguenze occupazionali ed economiche.

Abbiamo sostenuto che la quinta convocazione del tavolo istituito ex art. 24 bis (Decreto legge 50/22), avviato il 26 luglio 2023, ha coinciso con una situazione ed un clima sul territorio peggiorato, regnando qui incertezza, preoccupazione, rabbia e con le procedure di licenziamento già partite.

Ma abbiamo ribadito la nostra fiducia posta nello stesso tavolo, per l’autorevolezza che esso esprime, grazie alla presenza del Governo – nella circostanza rappresentato dall’Avv. Amedeo Teti, Capo del Dipartimento per le politiche per le imprese – tanto che ci dichiarammo scettici quando venne paventata la scelta di trasferirlo a livello locale.

E’ un fatto che le vertenze in corso a Brindisi abbiano un peso specifico sostanziale per  le ricadute produttive economiche e occupazionali che possono generarsi, al punto che per lungo tempo abbiamo evocato l’opportunità di una legge speciale per quest’area, dove un intero sistema produttivo è messo in discussione.

Sistema nei fatti chiuso in se stesso, relativamente alla Centrale Enel ed al suo indotto, come anche alla Chimica, se si guarda al legame produttivo tra Basell e Versalis dove la crisi dell’una può riversarsi sull’altra.

Ne ridiscende che il processo di transizione sollecita di certo l’Enel ad una maggiore responsabilità nel fornire risposte e, tuttavia, è l’intero panorama delle criticità a non far pensare che tutto possa limitarsi all’esclusivo perimetro della stessa Enel.

Origina da ciò la nostra insistente richiesta, come suddetto, di una legge speciale o, come è stato prefigurato al tavolo, di un Accordo di programma che preveda il coinvolgimento di tutte le aziende già presenti a Brindisi oltre a quelle che vi intendono investire, al fine di far emergere  l’effettiva capacità produttiva, occupazionale, compresi i fabbisogni professionali e formativi.

Sui programmi di investimento  annunciati al tavolo, come Cisl abbiamo espresso moderata soddisfazione, in attesa che alle promesse seguano i risultati, giacché se siamo ancora alla fase delle informazioni  quanto a chiusura impianti ed a procedure di licenziamento si è già passati dagli annunci ai fatti concreti.

Nel settore aeronautico a Brindisi già piangiamo circa 80 licenziamenti ex DCM gruppo Dema, azienda dell’indotto, che ha lavorato anche per Leonardo, società presente in Piemonte con importanti siti industriali che vedono il coinvolgimento di circa 400 PMI; e lì sta procedendo con ulteriori investimenti.

L’ex Sanofi, oggi Euroapi, è un settore importante per la ricerca che rischia anch’esso di scomparire.

Ma tornando all’Enel, se non si ritiene necessaria la riconversione a Gas al momento per fermare una caduta occupazionale senza precedenti, ci vorrebbe solo il riavvio della Centrale con l’attuale processo produttivo; anche considerando che a Torino il recente G7 Ambiente, Energia e Clima, ha trovato la mediazione del 2035 per il phase out dal carbone.

Come Cisl non facciamo affatto il tifo per Gas e carbone, tanto che da tempo sottolineiamo  l’opportunità che si realizzino concreti progetti riguardanti le filiere delle rinnovabili.

 Infatti, abbiamo plaudito dal primo momento alla manifestazione di interesse delle due Autorità di Sistema portuale di Brindisi e di Taranto, ex DL Energia, per la cantieristica navale, relativamente alla realizzazione di infrastrutture per l’eolico offshore.

Interpretiamo la presenza al tavolo del Governo come un’opportunità imprescindibile, affinché esso agevoli e sostenga anche con risorse finanziarie specifiche tali processi, oltre alla scelta sul dove e sul perché investire in un territorio piuttosto che in un altro.

Bene, dunque, che il Governo si sia impegnato a verificare, tramite Enel e Mase, i tempi dello smantellamento (decomissioning) della Centrale.

 Inoltre, si è anche impegnato a verificare con Terna  l’essenzialità della  Centrale,  in seguito alla riapertura del procedimento sul capacity market, atteso che tra le nostre richieste vi è  anche quella di ripensare la riconversione a Gas oppure quella di mantenere l’attuale processo produttivo, evitando così una perdita pesantissima di posti di lavoro.

Va ricordato, oltretutto, che il nostro Paese è ancora dipendente dal punto di vista energetico con un costo della bolletta tra i più alti d’Europa. 

Abbiamo, infine, preso atto dell’impegno assunto dal rappresentante del Governo per l’attivazione di due distinti tavoli, per la Chimica e per l’Aerospazio, per l’esame delle aree ricadenti nella zona Sin in quanto l’attuale perimetrazione è un limite per i nuovi investimenti industriali, nonché della promessa fatta da Confindustria circa la verifica di ulteriori manifestazioni di interesse per altri investimenti.

Attendiamo fiduciosi che il prossimo tavolo venga convocato a Brindisi, quando si dovrebbe entrare nel merito della struttura dell’Accordo di programma.