Meriterebbe certamente attenzione e, soprattutto, un confronto partecipato la proposta progettuale (appresa dalla stampa) di realizzare a Brindisi la produzione in area SIN di idrogeno da elettrolisi con l’acqua del Cillarese (circa 2 milioni di m3/anno), attrezzando un campo fotovoltaico da 150 MGW.
Al costo complessivo di 150 milioni di euro in cofinanziamento pubblico-privato.
Trattasi della potenziale opportunità di interazione positiva tra le aree provinciali di Brindisi e di Taranto, che darebbe corpo ad un esempio virtuoso di coesione nell’ambito del Just transition fund per il quale sono state individuate le due aree obiettivo, quella ionica insieme a quella del Sulcis in Sardegna.
Opportunità che, oltre al siderurgico da raggiungere eventualmente tramite il gasdotto Snam, potrebbe interessare le aziende energetiche di entrambi i territori, alimentare i siti dell’area industriale brindisina, oltreché determinare una ricollocazione di quella forza lavoro semmai in esubero a seguito della trasformazione dei processi produttivi di impianti industriali attualmente inquinanti.
Inoltre, tale progetto costituirebbe un’ottima opportunità per lo sviluppo di una filiera dedicata alla produzione dell’idrogeno verde, così dando avvio ad un processo virtuoso di riconversione.
Purtroppo, persino scelte di tal genere che meriterebbero, a nostro avviso, adeguati confronti costruttivi, finiscono per diventare ostaggio di insinuazioni di varia natura all’interno della comunità brindisina.
Ma ciò contribuisce, piuttosto, ad alimentare un clima negativo che ostacola il raggiungimento di quel bene comune, verso il quale dovrebbero tendere tutti, parti sociali, politica, istituzioni nazionali, regionali, locali e più in generale, quanti per missione dovrebbero operare nell’interesse dello sviluppo economico, ambientale e sociale dei territori.
Appello che da tempo, come Cisl, rilanciamo con determinazione.
Anche questa è una comunità che, al pari della restante parte d’Italia, è chiamata a scelte ormai ineludibili ed in qualche modo imposte da quel processo inarrestabile denominato transizione ecologica, nei confronti del quale non c’è da perdere tempo in polemiche sterili e strumentali, ora da una parte, ora dall’altra; pena, la perdita di una occasione unica per quei territori che intendono realmente realizzare una svolta storica dei propri processi produttivi e occupazionali.
Ebbene, al netto di come evolverà tale proposta progettuale, la città capoluogo ed il restante territorio possono e devono intelligentemente contrastare l’handicap di eventuali veti incrociati e/o di fantasiose dietrologie, che sempre fioriscono quando una pubblica amministrazione o una impresa decidono rispettivamente di fare scelte e/o investimenti utili alla comunità e all’economia.
Brindisi potrà farlo, però ad una condizione: che si avvalga del valore aggiunto costituito dal dialogo sociale preventivo e dalla corresponsabilità politica, entrambi esercitati con attenzione al bene comune.
Per un Mezzogiorno che voglia rinfrancarsi, finalmente, da decisioni etero dirette come molte di quelle subite in passato e scelga di coinvolgersi in uno sviluppo sostenibile, che richiede scelte condivise nel segno dell’appropriatezza e della spiccata capacità contrattuale, sarebbe devastante decidere di non voler decidere mai.
di Gianfranco Solazzo – Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi
Brindisi, 3 agosto 2021