La cronaca pressoché quotidiana, riguardante il Contratto Istituzionale per Brindisi, dà conto di scenari e di sviluppi tanto distinti quanto, al momento, distanti da esperienze analoghe sperimentate in altre aree del Mezzogiorno, laddove l’inclusione e la partecipazione hanno caratterizzato fin dagli inizi, in quanto valore aggiunto di idee e dinamicità, la soggettualità del territorio inteso in tutte le sue articolazioni politiche, istituzionali, amministrative, professionali e sociali e ne ha rafforzato, conseguentemente, la capacità contrattuale nei confronti del Governo nazionale.
Brindisi è area a rischio di reale marginalità sociale ed economica e già la condivisione di questa analisi dovrebbe suggerire e vincolare tutti ad una coralità di elaborazioni progettuali, possibilmente affidate ad enti istituzionali di servizio, in grado di recepire ed assumere i caratteri di una visione di futuro produttivo ed occupazionale, con il sostegno di risorse aggiuntive e non sostitutive rispetto a quanto già la spesa pubblica ordinaria dovrebbe garantire.
Aggiuntive, evidentemente, è per noi scontato che debbano anche essere ulteriori risorse finanziarie in capo dal Governo nazionale.
Con tali premesse, l’attivismo individuale e, come potrebbero interpretarsi agli occhi di tanti, le possibili passerelle politiche fine a se stesse, risulterebbero a scapito della collegialità territoriale, specie nei confronti delle parti sociali e delle associazioni di imprese che vogliono e meritano un dialogo serio e costruttivo.
I rappresentanti istituzionali, in particolare quelli locali, devono confrontarsi per ascoltare, condividere e programmare un percorso di partecipazione che possa essere di fatto la sintesi dei bisogni dell’intera area provinciale e non solo della città capoluogo, così da generare diffuso sviluppo, nuova occupazione e benessere.
Auspichiamo che, senza che si perda ulteriore tempo, sia possibile l’avvio di tale percorso in tempi brevi, recuperando lo spirito originario della condivisione evidenziata qualche settimana fa in Prefettura e scongiurando, per ovvie ragioni di credibilità e di ragionevolezza, di dare alle comunità amministrate la sensazione che sia tutto già fatto, tutto già chiaro e tutto già facilmente esigibile…da tempo!
L’occasione del Cis per Brindisi può effettivamente costituire uno snodo di futuro, affinché la città capoluogo e il territorio guardino all’Italia e al mondo, recuperino in attrattività ed in competitività secondo criteri definitivi e non episodici, non escludendo qualora reputato necessario anche l’istituzione di una specifica struttura ministeriale di missione, in grado di accompagnare il territorio in questo difficile quanto entusiasmante percorso di sviluppo possibile.
Antonio Castellucci
Brindisi, 11 luglio 2019