Ancora una volta la Regione Puglia, glissa sulle nomine degli Amministratori unici di Arca Jonica ed Arca Capitanata, perdendo l’ennesima occasione per dare di sé una immagine di reale trasparenza e di coerenza a tutto tondo, mentre il governo dell’edilizia sociale langue al di là di ogni vuoto proclama, per la serie di rinvii sconsiderati che hanno superato di gran lunga un anno.
Qui non c’entra la pandemia, non c’entra la singolare concentrazione di deleghe rivendicate per sé dal Presidente, non c’entra neppure la lotta intestina a ben individuati partiti di maggioranza e meno che mai l’avvicendarsi di alcuni Consiglieri, quanto invece il prevalere di logiche spartitorie che offendono l’intelligenza dei cittadini, quella delle organizzazioni sindacali e, persino, dei ben 40 candidati ad Amministratori unici, rimasti lì appesi e solo nominalmente oggi in corsa dopo una regolare selezione lunga ed impegnativa.
Fino a quando questo scempio segnerà i destini personali e familiari di migliaia e migliaia di cittadini, ai quali continua ad essere negato anche il più piccolo intervento strutturale in case cosiddette popolari, dove le crepe ai muri si allargano ogni giorno di più – sono ben 12 gli alloggi a Carosino da sgomberare per rischio crollo – l’umidità avanza, parte di soffitti crollano, gli ascensori non funzionano per cui moltissime persone non autosufficienti sono esiliate nei propri alloggi?
Fino a quando verranno disattese le Leggi regionali n. 10/2014 e n. 22/2014 che assegnano alle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative ruolo di corresponsabilità sociale, anche considerando che l’edilizia popolare è stata per lungo tempo finanziata con le ritenute dalle buste paga dei lavoratori dipendenti?
E fino a quando i tantissimi finanziamenti disponibili per il settore delle politiche abitative, quelle nazionali e regionali, rischieranno di diventare residui passivi, perché non spesi, per l’assenza di un Amministratore unico in grado di non restare impantanato nella sola ordinaria amministrazione?
Le Arca di Taranto e di Foggia, non sono affatto figli di un dio minore e la politica deve smetterla di occupare le istituzioni anziché esserne a servizio.
La Regione Puglia è gravata da un welfare non appropriato, segnatamente nel settore sanitario, in quello sociosanitario e in quello delle politiche abitative, sottraendo alla grande parte di pugliesi diritti costituzionalmente sanciti, specie alle categorie più deboli e più emarginate socialmente.
Il Sicet Cisl chiede alla Regione Puglia ed in particolare al Presidente di porre fine ad un atteggiamento irridente della dignità dei concittadini che continuano a subire logiche spartitorie da una politica percepita sempre più lontana dai loro bisogni reali.
di Paolo Cicerone – Segretario generale Sicet Cisl Puglia
e di Massimo Caliandro – Segretario reggente Sicet Cisl Taranto Brindisi
1 dicembre 2021