La CISL incontra S. E. Mons. Domenico Caliandro Arcivescovo di Brindisi-Ostuni

Il saluto di Francesco SolazzoSegretario Generale

Cara Eccellenza, abbiamo voluto fortemente confermare, anche quest’anno, nonostante gli oggettivi condizionamenti della pandemia, l’incontro del Gruppo dirigente Cisl territoriale con Lei, autorevole Pastore della Chiesa di Brindisi-Ostuni, proseguendo una tradizione che per noi continua a caratterizzarsi testimonianza di fraternità, di condivisione, di impegno e di fondata speranza.

SolazzoSperanza intesa come valore esigente, in un contesto nazionale e locale caratterizzato da difficoltà, incertezze, paure, in qualche caso da inaccettabili divisioni.

 Abbiamo molto apprezzato il suo messaggio per questo Natale, che Lei ha voluto intitolare proprio così: Il Messaggio della speranza.

“Quest’anno – Lei ha scritto –  forse, l’augurio più bello che possiamo scambiarci è quello della speranza. Sperare vuol dire essere vivi, affrontare con coraggio le difficoltà, guardare con realismo il presente per migliorare il futuro.”

 Ecco una profezia che facciamo nostra, essendo destinataria della stessa la nostra comunità locale, solcata da tante difficoltà, incertezze e, persino, paure che solo un percorso comune, fatto di dialogo, di confronto senza alcuna commistione di ruoli, di collaborazione, di corresponsabilità, può consentire di affrontare e di vincere.

In questo percorso noi ci siamo, cara Eccellenza, non solo per la ricerca continua di proposte e soluzioni alle tante vertenze con cui è alle prese Brindisi e l’intero territorio provinciale ma anche per la condivisione di obiettivi che già ci vedono in sinergia con l’associazionismo laico e religioso impegnato nel sociale, come con il Forum delle Associazioni delle Famiglie, con il Progetto Policoro con Associazioni del volontariato.

Guardiamo, oltretutto, con l’attenzione che merita, alla proposta illustrata qualche settimana fa dall’ufficio della Pastorale Sociale dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, in merito alla “Fondazione di Comunità”, ovvero la volontà di concepire un modello di sviluppo solidale che, oltre a rispondere alle emergenze sociali del territorio, sia in grado di rendere più inclusiva e generativa la nostra società.

Ebbene, la realtà territoriale, che Lei ben conosce, ci sollecita quotidianamente, nei luoghi di lavoro, presso le nostre sedi territoriali e comunali, ad una visione di società capace di implementare fiducia e speranza ai tanti tra lavoratori, disoccupati, giovani, anziani e alla gente comune, che le hanno smarrite.

Le innumerevoli situazioni di crisi aziendali, la mancanza di lavoro, la disoccupazione, la non appropriatezza del sistema sanitario e socio-sanitario, l’illegalità diffusa nel mercato del lavoro, l’inefficacia di uno sviluppo aggiuntivo spesso dichiarato ma mai compiutamente realizzato, una economia non ancora sostenibile, una salubrità ambientale non ancora ripristinata, costituiscono di fatto motivo di fortissime tensioni.

A ciò si aggiunge una questione poco dibattuta ma meritevole anch’essa di considerazione, a nostro, avviso, cioè la contrazione del numero di abitanti; o perché le giovani generazioni cercano altrove soddisfacimento alle loro aspettative di studio e di lavoro o perché si generano meno figli per cui lo scarto tra numero di nati e numero di morti permane qui assai vistoso.

Ecco, allora, che va rimesso al centro dell’azione di Governo il lavoro che non c’è, lo sviluppo sostenibile del Paese, le infrastrutture che ancora non si completano per assenza di progetti o addirittura per mancate cantierizzazioni delle opere, le assunzioni nella Pubblica Amministrazione, il Mezzogiorno dimenticato, un welfare maggiormente calibrato su una popolazione più longeva, la rivalutazione delle pensioni, la non autosufficienza che non riguarda solo persone anziane, le condizioni di povertà in cui vivono gli anziani, un sistema sanitario equo e tanto altro.

Alla politica degli ammortizzatori sociali andrebbero immediatamente associate, ad avviso della Cisl,  politiche attive del lavoro, benché la Legge finanziaria non rassicuri su questo versante, considerato oltretutto che in Puglia, a Brindisi, a Taranto, nonostante il blocco dei licenziamenti, sono stati persi migliaia di posti di lavoro a danno delle fasce sociali più deboli, giovani, donne e precari.

“Se non riusciamo a recuperare la passione condivisa per una comunità di appartenenza e di solidarietà, alla quale destinare tempo, impegno e beni – ammonisce Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti (Cap. 1 par. 35) –  l’illusione globale che ci inganna crollerà rovinosamente e lascerà molti in preda alla nausea e al vuoto.”

arcivescobo BrindisiNoi abbiamo la consapevolezza  di essere all’interno di un grande processo globale di cambiamento, che coinvolge anche Brindisi e la sua provincia, che riguarda i sistemi economici e finanziari, le complessità sociali ancora più accentuate, le questioni energetiche e ambientali; questioni che necessitano di essere affrontate con estrema responsabilità e con l’ascolto, non certo con personalismi e superficialità.

Ma ci appartiene anche la certezza che il Paese, il Mezzogiorno, in particolare le nostre aree territoriali di Taranto e di Brindisi, hanno bisogno di una visione stabile di futuro e di progetti consistenti di media-lunga prospettiva.

Queste, però, sono sfide che richiedono al territorio brindisino, forte governance istituzionale, responsabilità condivisa, senso civico, dialogo e contrattazione sociale, cura del patrimonio, capacità di offerta occupazionale, sostenibilità dei cicli produttivi, possibilità di elevare la qualità della vita e del tempo libero per i cittadini di tutte le età.

Osserviamo come a Brindisi personalismi e scontri istituzionali stanno ribaltando sulla collettività, anzi proprio sui più deboli socialmente, tutto il disagio di una politica che invece di realizzare condivisione e partecipazione intorno a progetti per lo sviluppo del territorio, produce esclusivamente scontri e divisioni.

Questo stato di cose si ripercuoterà sui ceti deboli, atteso che i tagli di spesa e l’aumento delle tasse, previsti  dall’approvazione di un bilancio di previsione affidato ad un Commissario ad acta colpiranno proprio chi ha più bisogno, ovvero la stragrande maggioranza delle persone che rappresentiamo come sindacato e come Cisl.

Questa città e il territorio necessitano di una riappacificazione sociale e, aggiungiamo, istituzionale indifferibili perché la fine dell’emergenza pandemica non produrrà affatto la fine di tutti i problemi economici e sociali che li affliggono; anzi, le fragilità esistenti riesploderanno maggiormente se strategie, idee, scelte, fatti compiuti non conquisteranno le doverose attenzioni della politica e delle istituzioni, nessuna esclusa.

Quella dei nostri giovani in particolare e di quanti abitano le periferie geografiche ed esistenziali meritano, evidentemente, una considerazione particolare, ineludibile, più che immediata.

Tutto questo, per quanto ci riguarda, sta significando consolidare ed ulteriormente ottimizzare sul versante anche organizzativo il nostro ruolo di sindacato di prossimità, in periferie che sono le nuove frontiere dove il disagio continua ad essere forte e la dignità delle persone viene quotidianamente messa in discussione.

La dottrina sociale della Chiesa, in questa prospettiva, ci offre spunti e basi concrete, partendo dalla centralità e dalla visione della persona che concretamente non si arrende alle difficoltà e che, soprattutto, opera in maniera antitetica all’individualismo di oggi.

Un individualismo che preoccupa perché costituisce terreno fertile all’intolleranza, all’odio, al razzismo, all’esclusione del diverso.

Alternativa a tutto ciò è un cambiamento vero, possibile solo se torneremo a studiare la nostra storia, a valorizzare il lavoro, l’impresa, il territorio, attraverso anche lo sviluppo aggiuntivo in tutti i settori produttivi, nessuno escluso, come la cultura, il turismo, l’agricoltura, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e combattendo ogni forma di sfruttamento.

 Il nostro appello chiaro e forte alle istituzioni, è che serve coraggio, serve creare opportunità per l’ingresso al lavoro dei giovani, serve accrescere le competenze, serve sviluppare una nuova mentalità e soprattutto serve una cultura, un nuovo umanesimo, che ponga al centro non solo l’economia e il mercato ma la persona intesa nella sua dimensione integrale.

La progettazione di 209 miliardi di euro rivenienti dal Recovery fund (che per avere un’idea più chiara sono pari a  518 milioni di miliardi di vecchie lire) non potrà che avere come oggetto di recupero le disuguaglianze ataviche del nostro Paese, a partire da quelle emblematiche del  Mezzogiorno, delle giovani generazioni, della salute, del welfare, della povertà diffusa, delle politiche abitative ovvero del diritto alla casa.

Un processo che dovrebbe porre in essere da parte dell’attuale Governo nazionale un confronto partecipativo e corresponsabile a partire dalle parti sociali, in quanto portatrici di interessi chiari e ben definiti.

Ma tutto questo non avviene, nonostante le numerose forme di mobilitazioni poste in essere dalla Cisl insieme ad altri sindacati confederali.

Analogo atteggiamento di chiusura lo rileviamo in relazione al  Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che non può essere ridotto alla valutazione degli addetti ai lavori, che certo  coinvolga il Parlamento oltre all’Esecutivo di Governo ma veda anche una grande e reale partecipazione dei cittadini  attraverso i corpi intermedi, così  che possa riportare le esigenze del paese reale a correttivo di scelte che potrebbero rivelarsi squilibrate rispetto alle priorità reali.

cisl Ta Br natale 2020 arcivescovo brindisiPer Brindisi, in più occasioni come Cisl abbiamo manifestato l’esigenza di fare squadra tra istituzioni e tra queste e le parti sociali affinché il territorio possa usufruire dei Fondi UE per una transizione giusta (Just transition fund) che sarà finanziato con 17,5 miliardi.

Auspichiamo che il territorio sappia sfidarsi, mostrandosi capace, insieme con la Regione Puglia, di poterne beneficiare.

Va ricordato che l’Unione Europea avendo assunto l’obiettivo di conseguire entro il 2050 la propria neutralità climatica, punta proprio sul Just transition fund  per ridurre i costi economici, ambientali e sociali di detta transizione, dando ristoro ai territori maggiormente danneggiati, come lo è quello di Brindisi appunto, finanziando misure di riconversione economica, riqualificazione professionale dei lavoratori interessati e di assistenza nella ricerca di lavoro.

Ebbene, questo è il tempo di scongiurare eventuali centralismi decisionali che sarebbero impropri e in ogni caso inaccettabili, se dovessero trascurare qualsiasi progettazione di qualità elaborata dal basso.

Ecco un’opportunità ulteriore da cogliere, come città capoluogo e come territorio, in funzione di una strategia partecipativa che potrà e dovrà, aggiuntivamente, focalizzare l’interesse sulle ulteriori opportunità finanziarie derivanti dal Next Generation Eu, dal bilancio pluriennale europeo e dalla legge di bilancio nazionale.

Origina esattamente da ciò la nostra insistita proposta di un Patto sociale territoriale per dare corso ad una vera unità di intenti tra istituzioni e parti sociali, per lo sviluppo e l’occupazione aggiuntiva e per dare coerenza al monito universale di Papa Francesco “nessuno si salva da solo”!

Ci piace concludere questo indirizzo di saluto con un passaggio illuminante e profetico tratto dall’Enciclica Fratelli tutti (Cap.1, par. 48):

“ Il mettersi seduti ad ascoltare l’altro, caratteristico di un incontro umano, è un paradigma di atteggiamento accogliente, di chi supera il narcisismo e accoglie l’altro, gli presta attenzione, gli fa spazio nella propria cerchia. Tuttavia, «il mondo di oggi è in maggioranza un mondo sordo […]. A volte la velocità del mondo moderno, la frenesia ci impedisce di ascoltare bene quello che dice l’altra persona. E quando è a metà del suo discorso, già la interrompiamo e vogliamo risponderle mentre ancora non ha finito di parlare. Non bisogna perdere la capacità di ascolto».”

Ecco un fronte di impegno culturale e sociale per cui vale la pena spendersi, così che la possibilità di cambiamento sia nelle nostre mani a condizione di restare uniti e di non abbandonare la speranza cristiana che il mondo possa essere migliore.

E allora, cara Eccellenza, nonostante tutto, nonostante le ulteriori, recenti, restrizioni il nostro augurio è che il Natale 2020 sia annuncio di esultanza e di serenità.

A nome mio personale e della Cisl Taranto Brindisi auguro a Lei ed a tutti gli amici, le amiche, colleghe e colleghi presenti ed alle rispettive famiglie, Buon Natale e Felice Anno 2021!

 

Cappella del Seminario Viale Porta Pia  – Brindisi – 22 dicembre 2020 ore 16.30

 

 

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