La giornata internazionale delle donne coincide, quest’anno, con una fase storica delicata e complessa, dove incertezza e sofferenze marcano gli esiti sociali ed economici di una pandemia diffusa su scala mondiale ed una contestuale guerra imperialista folle, ingiustificabile, incomprensibile, sferrata all’Ucraina.
L’uomo forte del Cremlino, despota arrogante, presume di decidere fino a che punto una nazione sovrana possa gestire la propria libertà e vivere la propria democrazia, la propria identità di popolo, aggravando giorno dopo giorno il costo pagato in vite umane con un attacco sferrato al cuore dell’Europa ed ai suoi valori fondativi.
La giornata dell’8 marzo 2022 valorizza, dunque, il ruolo delle tantissime donne ucraine affiancate ai loro uomini, mariti, padri, fratelli, figli, che decidono di non fuggire dagli orrori della guerra né dalle minacce nucleari, rimanendo e lottando per difendere il diritto del loro Paese alla sovranità.
Un diritto inalienabile, quest’ultimo, che nessuno può né deve avere l’ardire di limitare.
Tantissime, dunque, le donne di Kiev, Charkiv Dnipro, Donec’k, Odessa, Zaporižžja, Leopoli, Kryvyj Rih ecc. impegnate sul fronte di guerra, mentre stringono tra le braccia i loro bambini e contano le già migliaia di morti e di feriti gravi.
Come loro, anche altre donne, in nome del diritto alla libertà, all’autodeterminazione, al diritto di cronaca e contro la disinformazione, hanno perso la loro vita, come la giornalista Anna Politkovskaja, assassinata a Mosca da chi oggi sta assassinando in Ucraina altre donne, bambini, uomini, anziani.
Di fronte a tali scenari, altro che “neutralità attiva”, altro che ambiguità o equidistanze.
È la ragione, questa, per cui la Cisl non ha aderito alla manifestazione nazionale di sabato scorso, in piazza San Giovanni a Roma, rilevando le ambiguità di chi surrettiziamente pone sullo stesso piano chi invade un Paese e chi quell’invasione subisce.
Libertà e democrazia rimangono valori non negoziabili di una Europa che si sta dimostrando unita, contro chi intende disgregarla.
Alle eroiche donne ucraine va espressa la più concreta solidarietà di tutti; sono studentesse, sono lavoratrici, sono pensionate, sono europee, sono nostre sorelle, che non devono sentirsi lasciate sole.
Al punto in cui si è giunti la testimonianza da sola non può bastare.
Perciò, oltre agli appelli per far prevalere ogni sforzo negoziale, la Cisl ha deciso di lanciare una sottoscrizione che coinvolga tutto il mondo del lavoro e dell’impresa, finalizzata a raccogliere fondi da destinare a progetti umanitari per i profughi e le famiglie coinvolte.
Le eroiche donne ucraine stanno combattendo anche per noi, per salvaguardare il diritto alla libertà, alla democrazia, all’uguaglianza, alla coesione e all’inclusione, affinché la speranza di un mondo senza più guerre diventi patrimonio inalienabile di tutti i popoli.
di Gianfranco Solazzo – Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi
6 marzo 2022