Cara Eccellenza,
il Gruppo dirigente della Cisl Taranto Brindisi si stringe ancora una volta intorno a Lei, Padre e Pastore della Metropolia di Taranto, per lo scambio di auguri, nell’imminenza del Santo Natale e delle festività di fine anno.
Ed anche per testimoniarLe, ancora una volta, immutato affetto filiale, come fin dalla prima occasione, nel 2011.
Avviando l’anno pastorale, lo scorso settembre a San Giovanni Rotondo, Lei ha sviluppato tre parole-guida, cioè Amicizia, Sinodalità e Chiesa sacramento per il mondo.
Abbiamo condiviso e fatto tesoro del magistero che ha accompagnato queste sue parole, coincidenti con un momento storico particolare della Sua vita consacrata, ovvero la Sua rinuncia all’ufficio a partire dal prossimo 12 luglio, per raggiunti limiti di età (75 anni) e il conseguente passaggio di pastorale.
Mutuando le parole di Papa Francesco, l’episcopato “non è una onorificenza, ma un servizio”, perciò facciamo voti affinché la nostra comunità, come sempre nella sua interezza, possa beneficiare ancora per lungo tempo del Suo magistero e del Suo servizio.
Ci consenta, cara Eccellenza, come figlie e figli di questa Chiesa particolare, di estendere oggi il nostro deferente benvenuto tra noi al Vescovo coadiutore, mons. Ciro Miniero, giunto ufficialmente a Taranto l’altro ieri (18 u.s.).
Amicizia è aprirsi agli altri, è beneficiare reciprocamente dei doni posseduti quali creature uniche e irripetibili, è tradurre il vangelo nelle ordinarie situazioni di vita considerando le persone, ogni singola persona, compagni di strada in un percorso di libertà, di inclusione, di solidarietà, di tolleranza reciproca.
Quanto alla sinodalità, viviamo come cattolici, un periodo storico impegnativo e ci auguriamo pace e serenità nel 2023 anche nella Chiesa, entrata l’anno passato nel percorso sinodale, nel segno della comunione, della partecipazione, della missione, come chiesto da Papa Francesco“per meglio collaborare all’opera di Dio nella storia”.
Da sindacato non confessionale, ma con radici che affondano nella dottrina sociale della Chiesa, quando a partire dal 2026 le scelte compiute torneranno nelle diocesi per la tappa conclusiva del lungo cammino sinodale, sarà bello confrontarsi e condividere quelle scelte per incarnarle nel territorio.
In quel contesto come Cisl Taranto Brindisi vorremo esserci, per contribuire al bene comune con la nostra presenza articolata in tutto il territorio ed il nostro contributo di idee e di esperienze.
La Chiesa è sacramento per il mondo, Lei ha anche affermato!
Ebbene, nel tempo presente di grazia per la Chiesa di Taranto, ci sia consentito di manifestarLe il nostro ringraziamento, per il Suo lavoro preziosissimo che ha svolto in appena 11 anni, anche al servizio della Chiesa italiana, portando alla ribalta questioni antiche e nuove di questo nostro territorio, quella ambientale, occupazionale e sociale su tutte.
Questioni tanto approfondite nella Laudato si di Papa Francesco che hanno ispirato anche noi, in tutti questi anni e recentemente grazie all’ultimo grande evento, costituito dalla 49^ Settimana sociale dei Cattolici italiani, celebrata proprio qui a Taranto dal 21 al 24 ottobre dello scorso anno.
Sulla scorta di quella esperienza, che abbiamo definito generativa, ci siamo chiesti come la transizione ecologica possa trasformarsi, con ancora più veloce gradualità, da narrazione in azione.
Ed abbiamo focalizzato la nostra analisi sull’argomento “le Comunità energetiche” definite – nei documenti conclusivi della 49^ Settimana sociale – realtà che “… non si riducono a una scelta tecnica ma sono il frutto di un cammino spirituale e antropologico fatto insieme in questi anni come Chiesa in ascolto del territorio. Sono il sogno comune di una comunità che coopera e cammina insieme”.
Abbiamo, perciò, condiviso l’opportunità di affrontare le attuali, profonde trasformazioni, dovute alla transizione ecologica, a quella energetica, industriale, tecnologica, economica, sociale, per sollecitare contestualmente una vera e propria transizione culturale che, nel nostro Paese, passi, innanzitutto, dalla sensibilizzazione delle coscienze.
Ma necessita anche sensibilizzare la conoscenza e la competenza della nostra classe politica, perché sappia guardare avanti magari mutuando, non guasterebbe, esperienze in atto in Paesi europei nostri concorrenti come l’Olanda, la Germania e non solo.
E’ proprio là che le comunità energetiche unite alla rigenerazione urbana, vengono realizzate, in modalità efficace e diffusa, paradossalmente con tecnologia italiana.
Siamo sempre più convinti che, per incidere sull’inquinamento, non possiamo limitarci all’eliminazione dei combustibili fossili e lasciando inalterati i nostri attuali modelli di produzione, di consumo, di alimentazione, di progettazione e di intervento sugli edifici privati e pubblici.
E ancora non basta.
Occorrerà, al contempo, cambiare stili di vita, adeguando gli attuali sistemi economici e sociali ad uno sviluppo che, effettivamente, soddisfi i bisogni del tempo presente ma che non comprometta la capacità delle future generazioni di soddisfare quelli propri.
Già, le future generazioni!
La fuga dei giovani dal nostro Paese e ancor più dal Mezzogiorno, resta tra le perdite più significative finora registrate.
Perché a lasciarci sono risorse umane e ricchezze sia intellettuali che culturali, spese altrove per lavoro e per la realizzazione professionale e sociale.
Il rendiconto sociale (2020-2021) dell’Inps di Puglia ha certificato 100mila residenti in meno da prima a dopo la pandemia, (da 4milioni e 29mila a 3milioni e 930mila) soprattutto per la migrazione di giovani verso il nord, per mancanza di occupazione e, come non bastasse, l’Ipres (istituto pugliese di ricerche economiche e sociali) prospetta per il prossimo decennio 250mila residenti in meno nella nostra regione.
Ricordando, ancora una volta, che secondo i dati Istat, la provincia di Taranto perderà fino al 2030, 42862 unità, una media di 4000 residenti all’anno.
E senza trascurare i dati occupazionali del nostro territorio, in cui il tasso di occupazione, nell’età 20-64 anni, non raggiunge il 50%, ovvero il 49,1%, e con un deficit sostanzialmente maggiore per l’occupazione femminile, che secondo i dati del rapporto regionale BES 2020, è pari al 32,4% a fronte di quello maschile del 66%.
Ebbene, come affermato nella 49^ Settimana sociale dei cattolici, partendo dai contenuti della già citata Laudato si, non esiste una crisi ambientale e una sociale bensì un’unica crisi socio-ambientale.
Come dire, insomma, che pensare di dover risolvere la questione ambientale trascurando quella sociale significherebbe non voler risolvere affatto il problema.
E Taranto continua ad essere emblema, per la presenza di sistemi produttivi complessi – come lo stabilimento siderurgico a ciclo integrale ex Ilva, attuale Acciaierie d’Italia – di quel conflitto tra ambiente, salute e lavoro che continua a tenere sotto ricatto città e lavoratori e rischia di portare al declino un asset strategico della politica industriale del nostro Paese.
Un conflitto che sconta, fino a questo momento, tutte le difficoltà di una partnership tra privato e pubblico, per risolvere le quali insistiamo da tempo affinché lo Stato acceleri il percorso d’ingresso come socio di maggioranza, atteso anche che la scommessa accettata per Arcelor Mittal non è stata vinta affatto.
Quel percorso di ingresso da noi auspicato costituirebbe una soluzione, anche per le migliaia di lavoratori e per le imprese dei settori appalto e indotto.
Abbiamo stigmatizzato nelle scorse settimane la decisione dell’Azienda di metter fuori dal processo produttivo tramite l’invio di una semplice pec, ben 145 Aziende dall’oggi al domani, che coinvolgono circa 2000 lavoratori dell’indotto, ai quali si aggiungono i 1.600 cassintegrati cronici di Ilva in Amministrazione Straordinaria, considerando anche, l’apertura di cassa integrazione che, da marzo scorso, coinvolge su Taranto, altri 2500 dipendenti diretti di Acciaierie d’Italia.
Insomma un bagno di crisi occupazionale che ricade sul reddito di famiglie e imprese.
Naturalmente abbiamo condiviso e sostenuto lo sciopero immediatamente proclamato dai nostri metalmeccanici ma è proprio questo stato dell’arte che, come detto, impone la ricapitalizzazione ed il riequilibrio della governance.
Siamo in qualche modo obbligati, purtroppo, a considerare ancora questa di Acciaierie d’Italia la vertenza madre, proprio per gli aspetti sociali, economici e ambientali che racchiude in sé e non certo perché le altre siano meno importanti.
Infatti, tante sarebbero le altre da evocare, dallo stabilimento ex Albini alla Natuzzi, alla Cemitaly al comparto della pesca e della mitilicoltura. Ma l’elenco potrebbe continuare considerando le tante vertenze aperte presso la Task force regionale per l’occupazione.
Ovviamente non dimenticando la vera e propria crisi di sistema che riguarda la sanità, il settore socio sanitario, le politiche di welfare, le politiche abitative, il recupero delle periferie.
Sul tema specifico della sanità, pensiamo sia necessario ritornare allo spirito della Legge n.833/1978, firmata da una grande donna, Tina Anselmi, che fin da giovanissima si spese in prima persona per fare dell’Italia un Paese libero e democratico, poi – dopo un intensissimo impegno sindacale nella Cisl – da ministro della Repubblica contribuì a riversare i valori di innovazione e di progresso in una infrastruttura sociale di prim’ordine, il Servizio Sanitario Nazionale appunto.
Ebbene, su un sistema sanitario che è da ripensare non c’è più tempo da perdere ma anzi occorre accelerare gli interventi, recuperando i tanti tagli inflitti alla sanità negli ultimi dieci anni, pari a circa 37 MD e, quindi, prevedendo ulteriori risorse, migliorando la Legge di stabilità 2023 durante l’iter parlamentare così come abbiamo chiesto nell’Assemblea nazionale della Cisl, tenutasi lo scorso 15 dicembre a Roma.
Serve uno scatto di orgoglio civile, perché la disperazione di cittadine e cittadini assetati di una sanità giusta ed efficiente non ha più limiti.
Cara Eccellenza,
evochiamo tutto questo anche per testimoniarLe gratitudine per il Suo costante e continuo appello alle istituzioni a tutti i livelli, ogni qualvolta c’è stata occasione di intervenire negli anni trascorsi.
Interventi paterni, soprattutto perché le migliaia e migliaia di lavoratrici e di lavoratori coinvolti potessero vivere il Santo Natale non solo per il significato dell’evento liturgico ma anche per portare serenità nelle rispettive famiglie.
Il più grande dono che potrebbe portare il Natale 2022 alla città è che l’incertezza che attanaglia la vita di molti si trasformi in qualche certezza in più, affinché la speranza non si trasformi definitivamente in rassegnazione.
Sentimento questo che non può connotare un buon cristiano.
Taranto è, anche, l’esempio di come una vera ed efficace transizione digitale, energetica ed ecologica debba vedere compartecipi le Istituzioni a tutti i livelli e le Parti sociali, nel confronto costruttivo, corresponsabile e nelle conseguenti azioni mirate al bene comune.
In assenza di tale unità di intenti è facilmente prevedibile il verificarsi di non pochi problemi occupazionali e di coesione sociale.
Specie in un territorio come questo, il cui sistema produttivo se da un canto si trova al centro di importanti processi di ristrutturazioni organizzative correlate ai destini industriali del Paese, dall’altro non riesce a fare fronte comune per realizzare, ad esempio, il progetto del Tecnopolo del Mediterraneo.
E’ l’ennesimo paradosso di un progetto finanziato con 9 milioni di euro, dalla legge 30 dicembre 2018 ma sparito dai radar per moltissimo tempo.
Sono passati circa due anni da quando fu pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 80 del 2 aprile, il relativo Regolamento, che era stato approvato con DPR n. 195/2020 ed è entrato in vigore il 17 aprile 2021.
Ora, se è vero che la speranza va praticata e non solo proclamata è necessario che tutti, ciascuno nel proprio ruolo di rappresentanza istituzionale e sociale, facciano quadrato.
Tale straordinaria opportunità verrebbe strutturalmente localizzata al centro del Mediterraneo e travalicherebbe l’interesse specifico della comunità ionica, in quanto al servizio dell’intero Paese.
Inoltre, la sua realizzazione avrebbe modo di contenere pensiero, idee e di divenire riferimento per la ricerca, lo studio, l’innovazione, lo sviluppo sostenibile.
Tanta, poi, è l’attenzione che riserviamo allo sviluppo del porto e della sua retroportualità, insieme allo sviluppo della ZES , grandi opportunità di crescita sostenibile per l’economia ionica.
Ecco alcune direttrici irrinunciabili perché si realizzi un effettivo rilancio economico e sociale del nostro territorio, in un momento storico che è unico per l’Italia, grazie alle risorse finanziarie del PNRR, e non solo, che una ritrovata solidarietà europea ha reso disponibili.
Oltre tutto, l’Unione Europea, ha assunto l’obiettivo di conseguire entro il 2050 la propria neutralità climatica e, per ridurre i costi economici, ambientali e sociali di detta transizione punta proprio sul Just transition fund.
E lo ha fatto dando ristoro ai territori maggiormente danneggiati, come è quello di Taranto e del Sulcis Iglesiente, dando il via libera lo scorso 16 dicembre, per il periodo 2021/2027 a misure di riconversione economica, riqualificazione professionale dei lavoratori interessati e di assistenza nella ricerca di lavoro. La dotazione finanziaria complessiva del programma è di 1,2 md, di cui 1 md di risorse europee.
Per questo, da tempo, come Cisl, chiediamo un nuovo Patto sociale anche nei territori, per governare un cambiamento epocale che non ha simili nella storia e che metterà alla prova, più che mai, proprio il “lavoro”.
Un lavoro che non si crea per decreto ma per scelte politiche di merito, di finanziamenti specifici e soprattutto di scelte condivise con le Parti sociali.
Si è tenuta qualche giorno fa, il 15 dicembre, la già citata partecipatissima assemblea nazionale dei delegati e pensionati a Roma, promossa dalla Cisl, intitolata “Migliorare la Manovra, contrattare le riforme” .mentre altri scioperavano o organizzavano sit in presso le Prefetture.
Ebbene anche la Cisl ha rilevato criticità nel testo della Legge di bilancio, approvato dal Consiglio dei ministri ma ha, contestualmente, riaffermato che la via del miglioramento passa dal confronto e dal negoziato con le forze politiche e istituzionali, a partire dall’Esecutivo.
Ecco il motivo per cui la Cisl ha inviato a tutti i soggetti parlamentari e politici una richiesta di incontro finalizzata a rappresentare le proposte emendative sui dossier di lavoro, crescita, sanità e politiche sociali, pensioni, salari e contrattazione.
Lo ha fatto per aprire un confronto che vede, appunto, nell’approvazione della Legge di Bilancio una prima e importante tappa di un percorso di cambiamento partecipato e per affrontare, in questo ambito, anche i grandi temi degli investimenti e delle riforme, a partire da previdenza e fisco, politiche attive, strategie industriali ed energetiche, sanità e politiche sociali, scuola e non autosufficienza, lotta alla povertà, sostenibilità.
Si tratta di innovazioni indispensabili per costruire un nuovo modello di sviluppo capace di coniugare solidarietà, crescita, coesione, corresponsabilità sociale e non era per nulla scontato ottenere, come in effetti abbiamo ottenuto, il primo tavolo di confronto con il Governo sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (per il 12 gennaio) e quello sul sistema previdenziale (per il 19 gennaio), cui ne seguiranno altri.
Lo scenario attuale del nostro Paese e le sfide che siamo chiamati come comunità a vincere impongono un approccio partecipativo e niente affatto massimalista.
La pandemia non è affatto debellata; l’inflazione ha toccato il 12% ancora non demorde, il potere di acquisto di salari, retribuzioni e pensioni sono indeboliti dall’aumento dei prezzi energetici e dei beni alimentari.
Gli effetti della guerra in Ucraina vedono ulteriormente aggravati, dopo circa 10 mesi, dolore, morte e distruzione, mentre milioni di profughi, donne e bambini sono fuggiti e ancora fuggono dai bombardamenti.
Ovviamente non dimentichiamo le guerre aperte in altre parti del mondo, alcune persino dimenticate ma ancora in atto; né possiamo tacere sugli effetti drammatici di un sistema teocratico che in IRAN, in nome di un integralismo antistorico, sfregia o stupra donne, o le uccide come anche i giovani, persino i ragazzi e le bambine.
Lo abbiamo ribadito più volte: questo è un tempo di cambiamento, di grandi transizioni che richiedono responsabilità e solidarietà globale, dove la stessa Europa può e deve giocare quel ruolo guida sovranazionale al quale credettero i suoi padri fondatori.
Questo è l’auspicio di questo natale affinché le sofferenze diffuse, iniziando da quelle provocate dagli imperdonabili conflitti bellici, trovino ristoro in quella fratellanza più volte invocata, tra le lacrime, da Papa Francesco.
E la nostra realtà territoriale, che Lei ben conosce Eccellenza, ci sollecita quotidianamente, nei luoghi di lavoro, presso le nostre sedi territoriali e comunali, ad una visione di società capace di implementare fiducia e speranza ai tanti tra lavoratori, disoccupati, giovani, anziani e alla gente comune, che le hanno smarrite.
Cara Eccellenza,
nella nostra accezione sindacale Cisl, il concetto di unità va di pari passo con quello di confederalità, ovvero un impegno condiviso per il bene comune, per la rappresentanza e la tutela dei nostri associati e non solo.
“Se non riusciamo a recuperare la passione condivisa per una comunità di appartenenza e di solidarietà, alla quale destinare tempo, impegno e beni – ci ha ammonito Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti (Cap. 1 par. 35) – l’illusione globale che ci inganna crollerà rovinosamente e lascerà molti in preda alla nausea e al vuoto.”
Cogliamo nel monito del Papa sfide che richiedono al territorio ionico, forte governance istituzionale, responsabilità condivisa, senso civico, dialogo e contrattazione sociale, cura del patrimonio, capacità di offerta occupazionale, sostenibilità dei cicli produttivi, possibilità di elevare la qualità della vita e del tempo libero per i cittadini di tutte le età.
La dottrina sociale della Chiesa, in questa prospettiva, ci offre spunti e basi concrete, partendo dalla centralità e dalla visione della persona che concretamente non si arrende alle difficoltà e che, soprattutto, opera in maniera antitetica all’individualismo di oggi.
Un cambiamento vero sarà possibile solo se torneremo a studiare la nostra storia, a valorizzare il lavoro, l’impresa, il territorio, attraverso anche lo sviluppo aggiuntivo in tutti i settori produttivi, nessuno escluso, come la cultura, il turismo, l’agricoltura, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e combattendo ogni forma di sfruttamento.
E allora, cara Eccellenza, il nostro augurio è che il Natale 2022 sia annuncio di gioia e di serenità.
A nome mio personale e della Cisl Taranto Brindisi auguro a Lei ed a tutti gli amici, le amiche, colleghe e colleghi presenti ed alle rispettive famiglie, Buon Natale e Felice Anno 2023!
Il saluto di Francesco Solazzo – Segretario Generale