“Gli esiti dell’incontro odierno di approfondimento delle criticità inerenti all’area portuale di Brindisi e al suo indotto, anche al fine di individuare le necessarie misure di rilancio delle attività produttive coinvolte, autorizzano fondate speranze che possa aprirsi una fase di maggiore attenzione da parte del Governo per il nostro territorio.
Abbiamo colto con interesse le dichiarazioni della Sottosegretaria Alessandra Todde quando ha affermato, tra l’altro, che il rilancio del porto di Brindisi è una delle priorità del Governo e si è ufficialmente impegnata a coinvolgere anche Invitalia in vista del prossimo incontro, sul medesimo argomento, che si terrà ancora al Mise.
Se la Puglia viene percepita, a ragione, come una grande piastra logistica, Brindisi è tra le pochissime città del Mezzogiorno a poter vantare un porto ed un aeroporto ottimamente collegati con i restanti capoluoghi di provincia pugliesi.
Le grandi potenzialità produttive presenti in quest’area consentono oggi, più che di crogiolarsi sull’individuazione delle responsabilità del passato, di proiettarsi in una visione di futuro in grado di declinare contestualmente salute, occupazione, sostenibilità ambientale, sicurezza interna ed esterna a tutti i luoghi di lavoro e in generale nell’intero territorio brindisino.
Il tutto può e deve connettersi a prospettive di rilancio di ogni comparto produttivo di Brindisi e del restante territorio, a fronte di tassi di disoccupazione di giovani e di ultra 50enni pari a circa il doppio della media nazionale.
Non c’è più tempo da perdere ed anzi, bisogna lavorare di anticipo, nel trovare soluzioni che possano ridare forza all’economia di questa parte della Puglia.
E’ stato un bel segnale che al Mise, oggi, fosse rappresentato tutto il territorio, in ogni sua componente ricca delle specifiche sensibilità, per rappresentare anche le criticità presenti e future in vista dei processi di decarbonizzazione, ovvero degli effetti negativi che potrebbero generare sull’occupazione, sull’economia e che interesserebbero il nostro patrimonio produttivo, a cominciare dalla Centrale Enel di Cerano, dove credibilmente si potrebbero perdere migliaia di posti di lavoro, diretti ed indiretti, anche altamente qualificati.
Serve, dunque, un Patto per il lavoro e per lo sviluppo del territorio, dove mettere a sistema tutti gli strumenti possibili, come Zes, Cis Brindisi, Area di crisi complessa, Porto con le relative opere infrastrutturali da completare al più presto, sburocratizzando i vari processi.
Al contempo occorrerà elaborare progettualità aggiuntiva, con i restanti settori produttivi, a vantaggio specialmente delle fasce giovanili e dei settori in particolare sofferenza occupazionale, per cogliere appieno la disponibilità manifestata dal Governo.
Condizione indispensabile, per tutto questo, dovrà essere la coesione e l’inclusione, anche per rafforzare e meglio strutturare la forza contrattuale dell’intero nostro territorio.”
Antonio Castellucci
6 febbraio 2020