Di quale “rumore” ha davvero bisogno Taranto?

La nostra città, il nostro territorio, convivono da tempo con molte potenzialità produttive ancora inespresse e con svariate complessità economiche, sociali, infrastrutturali materiali e immateriali, occupazionali, burocratiche, ambientali e sanitarie.

Le stesse esigono una rete di attività quotidiane corroborate da grandi motivazioni e buone pratiche, con una visione di futuro capace di implementare la convinzione di potercela fare, con nuove competenze progettuali e rinnovate responsabilità di chi è a capo delle istituzioni periferiche e degli organismi di partecipazione democratica, per programmare, elaborare e realizzare insieme idee finalizzate al bene comune.

Molte delle evocate complessità hanno dimensione anche nazionale le cui soluzioni spetta al Governo rendere esigibili,  per il Mezzogiorno in generale, per queste nostre aree in particolare, dove non sono più ammissibili ritardi mentre, al contempo, improrogabili risultano essere investimenti e sviluppo responsabile che valorizzi il grande patrimonio culturale, artistico, naturalistico ed industriale qui esistente, rendendolo sostenibile.

Tali processi, come la storia insegna in particolare per questo territorio, possono registrare ricadute positive se Governo ed istituzioni territoriali si confrontano in maniera strutturata con tutte le parti sociali, il sindacato in primis proprio perché, siamo convinti, una forte coesione territoriale è in grado di rilevare compiutamente il bisogno di investimenti pubblici e privati concepiti quali leve di forte inclusione sociale e, al contempo, di elevare la capacità contrattuale del territorio con lo stesso Governo nazionale, con quello Regionale pugliese e con le grandi Aziende qui presenti al servizio del territorio e del Paese. (Dichiarazione esclusiva per Buonasera Taranto)

 

                                                                                  Antonio Castellucci

  

Taranto, 12 febbraio 2020

 

 

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