“Sanità in Puglia e sanità a Brindisi, tra efficienze e disfunzioni” è stato l’argomento di un incontro assai partecipato con la cittadinanza, promosso ieri dall’Anteas brindisina – Associazione Nazionale tutte Età per la Solidarietà – presso la sede Cisl di Viale Togliatti, introdotto dal presidente Antonio Palmieri, cui sono seguiti gli interventi di Giuseppe Lacorte, segretario generale aggiunto Cisl Fp territoriale e di Gianfranco Solazzo, segretario generale Cisl Taranto Brindisi, che ha concluso il ricco dibattito.
“Il nuovo scenario socio-demografico del Paese richiede una riorganizzazione generale della sanità, alternativo all’attuale modello ospedalocentrico che appare superato – ha esordito Lacorte – perciò vanno recuperati quei concetti di uniformità e di universalità della L.n. 833/78, che abolì il servizio mutualistico fornendo garanzie, a prescindere dal reddito posseduto, di curare tutti indistintamente.”
Il lungo percorso di indebolimento cui è stato sottoposto il servizio sanitario nazionale “non consente più di sostenere i principi garantisti ed, anzi, c’è la tendenza ad un peggioramento, di fatto complicato dalla pandemia, che ha rende ancor più debole il sistema sanitario regionale già fragile di suo, per i minori trasferimenti dallo Stato – ha proseguito Lacorte – e se il PNRR mette ora a disposizione della Puglia 650 milioni di euro da spendere fino al 2026, non va sottaciuto che quello brindisino è sempre stato un territorio fortemente penalizzato, per cui necessita di un riallineamento agli standard più evoluti del Paese. ”
Gianfranco Solazzo ha ricordato che “lo smantellamento del servizio sanitario nazionale è stato conseguenza della riforma del Titolo V della Costituzione, che ha parcellizzato il sistema per quanto è il numero delle Regioni. Ora occorre demolire l’attuale modello di sviluppo fondato sulla finanziarizzazione dell’economia e del welfare, rimettendo al centro la persona, come auspicato fortemente da Papa Francesco. Peraltro, la pandemia ha suonato il campanello d’allarme e perciò va ripensato il modello culturale del Paese. E se è un bene che tra PNRR ed ulteriori risorse finanziarie europee rivenienti dal quadro finanziario 2021/2027 sono disponibili circa 200 miliardi di euro solo per il Mezzogiorno, la condizione essenziale è che le risorse assegnate vengano spese effettivamente, nei tempi prescritti.”
Rispondendo alla serie di domande poste dai presenti, molte delle quali hanno rappresentato esperienze dirette, a cominciare dagli insopportabili ritardi delle cosiddette Liste d’attesa “la sanità in Italia e nel Mezzogiorno presenta tante eccellenze. Ma va ridisegnata per intero la medicina territoriale, vanno ripristinati diritti e funzionalità sottratti da una riforma del sistema ospedaliero evidentemente incompleta ed insufficiente. Il problema non è certo il personale ma il sistema che è da cambiare, ovviamente salvaguardando quanto di buono esiste – ha insistito Solazzo – in ogni caso sarà necessaria una politica nuova, perché se essa è inadempiente le cose non cambieranno mai.”
Come sindacato, ha concluso il segretario generale della Cisl “siamo al centro di un cambiamento epocale, tra formazione, scuola, sanità, digitalizzazione, energia, politiche sociali, ambiente, sistemi produttivi, sicurezza, ecc. Rivendichiamo, dunque, un dialogo sociale per una progettazione condivisa degli interventi previsti dalle Misure del PNRR, con una conseguente governance, sui tavoli di partecipazione da aprire a tutti i livelli, come stabilito lo scorso dicembre dal Protocollo per la partecipazione ed il confronto, sottoscritto dalle Confederazioni nazionali con il Governo.”
UFFICIO STAMPA
Brindisi, 13 aprile 2022