Per la de-carbonizzazione e la riconversione della centrale Enel di Brindisi, semmai esista oggi una pur minima idea di programmazione mirata al phase out dal carbone e, dunque, all’individuazione di nuove opportunità di sviluppo ecosostenibile del territorio, essa si occulta benissimo in un mix di attesa infinita e di effetti-annuncio divenuti, ormai, ridondanti.
Socialmente intollerabile, tutto ciò!
Eppure, avevamo manifestato iniziale apprezzamento sulla scelta di un Comitato di coordinamento per la de-carbonizzazione (ex art.24 bis Dl 50/2022) sollecitando, al contempo, che ciò non si mostrasse come strategia da maquillage ma sede istituzionale dove, innanzitutto, definire, concertare ed infine impegnare le risorse necessarie per la riconversione dei sistemi produttivi coinvolti, investendo in innovazione di processo e di prodotto.
Attivato materialmente quel tavolo dopo più di un anno e presieduto dal sottosegretario Fausta Bergamotto, ci attendevamo continuità e concretezza di proposte e di soluzioni, per nuovi investimenti che compensassero la persistente vulnerabilità economica e produttiva di quest’area.
Come Cisl, poi, avevamo sostenuto, fin dal primo incontro del 26 luglio 2023, l’opportunità che si scindesse il confronto su Brindisi da quello su Civitavecchia al fine di concentrarsi sulle specificità territoriali, nonché di valutare difficoltà e opportunità dei rispettivi contesti geografici e produttivi. Ebbene, già al secondo incontro, avvenuto il 9 novembre u.s., è stato deciso di affidare il coordinamento del tavolo al sindaco di Brindisi e, a seguire, nello stesso incontro, di trasferirlo a livello regionale.
Mai così veloce il passaggio tra una competenza istituzionale all’altra; ma tant’è!
Dall’ultimo incontro tenutosi a Bari, presso la sede dell’Assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, lo scorso 6 dicembre, l’unica certezza registrata è stata l’incertezza sul futuro del processo di de-carbonizzazione, mentre la vera concreta novità che si evidenziava sul campo, ancorché paventata da tempo, era il fermo della Centrale con tutti i contraccolpi che continuano a succedersi a danno dei lavoratori diretti e per le procedure di cassa integrazione attivate per i dipendenti delle aziende appaltatrici.
Richiamiamo, dunque, alle proprie responsabilità tutti gli attori presenti al tavolo di Coordinamento.
Il Governo in primis, perché il processo di riconversione industriale che sta colpendo i settori produttivi storici del nostro territorio, ovvero energia e chimica, necessita di un’attenzione istituzionale concreta, in quanto funzionale anche agli interessi del Paese già messo fortemente alla prova, dopo l’invasione dell’Ucraina e per i noti problemi di dipendenza del Paese dal gas; dipendenza migrata dalla Russia verso altri Paesi a forte instabilità politica.
Non è più tempo, quindi, di continuare con annunci di ipotetici investimenti dei quali non si vede ancora alcuna sostanziale cantierizzazione.
La preoccupazione è ancor più evidente considerato che in ambito Enel è partito lo stato di agitazione nazionale delle categorie coinvolte, che legittimamente contestano, tra l’altro, un piano industriale inadatto e dannoso.
Sollecitiamo, oltre al Governo, il comune capoluogo e la Regione Puglia, affinché agevolino un confronto serrato e concreto su sviluppo e occupazione del territorio, così scongiurando il rischio che i maggiori player industriali qui presenti prendano altre strade e decidano di investire altrove, disinvestendo su Brindisi dopo aver consumato qui ogni possibilità di business e di interessi produttivi.
Abbiamo periodicamente evocato le grandi possibilità offerte dal Next Generation EU e in particolare dal PNRR ma, purtroppo, non abbiamo ancora capitalizzato alcun effetto in tema di crescita e sviluppo occupazionale sulla realtà di Brindisi, con il rischio che essa resti esclusa dalle distinte opportunità finanziarie europee.
Eppure, questo territorio possiede notevoli potenzialità per essere considerato realtà strategica nel Mar Mediterraneo, hub energetico e riferimento determinante per i traffici turistici e soprattutto commerciali; ecco perché si deve andare oltre le mere suggestioni evocate durante qualche tavola rotonda.
Come Cisl vogliamo continuare ad essere propositivi e costruttivi ma le istituzioni, a tutti i livelli, devono garantire un confronto con il sindacato confederale costante e altrettanto costruttivo che, passando attraverso il Comitato per la de-carbonizzazione, accenda e mantenga alta l’attenzione sia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica sia del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Tanto nel settore dell’energia quanto in quello della chimica, il futuro industriale del territorio di Brindisi dovrà essere traguardato assumendo obiettivi comuni e trasversali, che promuovano sviluppo, crescita, occupazione, lavoro.
Le lavoratrici, i lavoratori e, ancor più, i nostri giovani lo meritano e lo pretendono, per realizzare pienamente qui e non altrove le proprie aspirazioni personali, professionali, culturali e soprattutto umane.