Ci ha soddisfatto la pur momentanea definizione della complessa vertenza Sir, che ha visto in campo con fondamentali ruoli il Prefetto, il Questore e, inoltre, le Organizzazioni sindacali con lavoratrici e lavoratori, Confindustria, Enel, la stessa Sir; a fronte di un ruolo della politica non pervenuto.
Di contro, ci lasciano perplessi le notizie di programmi di investimento su Brindisi, diversi e addirittura contrari rispetto ad altri precedentemente indicati, come il progetto di Puglia Green Hydrogen Valley (Edison Next, Saipem e Sosteneo).
Finalmente se ne parla, ci verrebbe da dire, perché da tempo come Cisl chiediamo lumi, approfittando di ogni occasione di confronto istituzionale; però, quando leggiamo che l’idrogeno prodotto servirebbe ad un nuovo ciclo produttivo della Centrale Enel da alimentare a gas, è evidente che non resta che chiedersi: chi è che bleffa?
A nostra richiesta di realizzare una riconversione a gas della Centrale, motivando tale necessità con questioni legate alla sicurezza energetica nazionale oltreché di natura geopolitica, economica e occupazionale, ci è stato sempre risposto, anche da rappresentanti di Governo, che Terna non ritiene essenziale per il sistema elettrico nazionale la trasformazione a gas della Centrale Enel di Brindisi.
Certamente saremmo lieti di vedere realizzato un simile progetto come quello appreso, come sempre, dagli organi di informazione.
Ma, notiamo, dopo l’esperienza Sir fin qui gestita, che si persiste a parlare improvvidamente e unilateralmente del futuro di Brindisi, della sua economia, dell’occupazione, della sua transizione industriale inedita in corso!
Chiediamo, allora, che il tavolo interministeriale di Coordinamento sulla de-carbonizzazione si convochi al più presto e che in quella sede si presentino progetti certi e concretamente realizzabili
Il tempo a disposizione è finito!
La vertenza Sir, anche se ha visto segnare un passo importante ha una scadenza, che è il 31 dicembre prossimo, poiché dal giorno dopo i 74 lavoratori potranno essere nuovamente in libertà.
Senza tacere sulla serie di altre criticità che si paventano a seguito del processo di de-carbonizzazione.
Sarebbe, dunque, ora che la politica tutta si concentrasse assai di più su tali questioni, atteso che le patate bollenti non possono essere lasciate solo nelle mani delle parti sociali, dei lavoratori, delle Imprese o delle uniche istituzioni che dimostrano ancora responsabilità e sensibilità, così come lo è il massimo rappresentante del Governo sul territorio , ovvero Sua Eccellenza il Prefetto.
La situazione produttiva e occupazionale di Brindisi è in emergenza ed è nella responsabilità di tutti intervenire e condividere il presente e il futuro economico e sociale del territorio.
Lo abbiamo ribadito più volte, non da ultimo in occasione del tavolo in Prefettura sulla vertenza Sir, che il processo di de-carbonizzazione non si affronta senza preventivare alternative occupazionali concrete e praticabili in tempi opportuni, altrimenti le conseguenze ricadono esclusivamente sui lavoratori e le rispettive famiglie.
Proprio tale preoccupazione ci fece avanzare, in tempi non sospetti e da soli, la richiesta di una Legge speciale per Brindisi.
Nell’ultimo incontro del Coordinamento sulla de-carbonizzazione si è anche parlato di un Accordo di programma: bene!
Però affrettiamoci a confrontarci sui contenuti in merito a investimenti, risorse finanziarie, occupazione, competenze necessarie, formazione, riqualificazione.
Inoltre sarebbe opportuno aprire una discussione locale sulla Zes unica e sul relativo piano che punta su 9 filiere sulle quali orientare gli investimenti: Agroindustria, Turismo, Elettronica, Automotive, Made in Italy, Chimica e Farmaceutica, Navale e Cantieristica, Aerospazio e Ferroviario.
Sarebbe il caso di aprire un confronto sul territorio, coinvolgendo tutti gli enti istituzionali, quelli strumentali, la politica, le parti sociali, per comprendere quali scelte in tali direzioni possano coinvolgere sul versante produttivo il sistema-Brindisi.
Magari iniziando a comprendere come mai la Chimica e la Farmaceutica, dove si intende puntare con la Zes unica, proprio a Brindisi risultano settori a rischio criticità, considerando i casi LyondellBasell ed Euroapi s.r.l.
Solo alcune settimane fa, avevamo auspicato e convenuto in un nostro Convegno a Brindisi partecipato da rappresentanti politici ed istituzionali che “Le criticità possano trasformarsi in opportunità”, sollecitando coerenze ed impegni esigibili.
Aspettiamo risposte.
Come Cisl, insieme con le nostre strutture di Federazione territoriale, le lavoratrici ed i lavoratori, proseguiremo come sempre a spenderci per il lavoro, l’occupazione, la coesione sociale.
Cisl: il Sistema-Brindisi va rilanciato con progetti concreti ed esigibili – Si riconvochi il tavolo sulla de-carbonizzazione
Comunicato stampa