Intervento del Segretario Generale della Cisl Taranto Brindisi, Gianfranco Solazzo
Apprendiamo con favore la notizia dell’emendamento all’art. 8 del Decreto Energia, presentato dai deputati Mauro D’Attis e Vito De Palma ed appena approvato dal Parlamento, in virtù del quale Taranto e Brindisi potranno partecipare congiuntamente al bando del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, riguardante le attività per lo sviluppo della filiera relativa agli impianti eolici galleggianti.
Solo pochi giorni addietro avevamo evocato, in una nostra nota stampa, tale opportunità che, oltretutto, darebbe una risposta ai 330 lavoratori ex TCT ancora in carico alla TPWA, l’Agenzia del lavoro dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio.
In particolare, il suddetto bando concernerà la realizzazione di infrastrutture idonee a garantire lo sviluppo degli investimenti nel settore della cantieristica navale, per la produzione l’assemblaggio e il varo di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche, funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare.
Ebbene, in entrambi i territori, storicamente vocati alle produzioni industriali ma dove oggi la questione-lavoro costituisce emergenza assoluta e merita attenzione prioritaria a tutti i livelli, come Cisl ribadiamo ancora una volta la necessità vitale che, rispetto alle transizioni epocali in corso ed alla nuova frontiera dell’industria del mare, non già il campanilismo né la sterile concorrenza ma la virtuosa interazione positiva, politica e istituzionale, possa e debba caratterizzare in quest’area sub regionale un nuovo corso di relazioni tra le due Province, le due città capoluogo, le due Autorità di sistema portuale, entrambe le rappresentanze associative professionali e sociali, anche ai fini di una governance efficace e virtuosa.
Occupazione aggiuntiva, sostenibilità ambientale, attrazione territoriale, dotazione infrastrutturale, formazione, nuove competenze, nuove professionalità, ricerca, partecipazione sociale, visione di futuro per due porti geograficamente situati nel cuore del Mar Mediterraneo crocevia dei traffici di tre continenti: ecco le coordinate imprescindibili che rendono doveroso sperimentare questa ed altre buone pratiche, dando prova come Gruppi dirigenti del Mezzogiorno della reale capacità di misurarsi in forma corresponsabile, con Governo e Regione, sulle opportunità di sviluppo nuovo e diversificato.
Peraltro, in un contesto di de-carbonizzazione della produzione industriale per il phase out dal carbone, va scongiurato il rischio di preludere ad una preoccupante desertificazione occupazionale, sia a Taranto che a Brindisi; perciò devono essere assecondati nuovi processi in grado di aggredire le novità e le transizioni in atto con investimenti in innovazione, ricerca, riconversioni tecnologiche e industriali, utilizzando sempre più incentivi pubblici nazionali ed europei.
Pensiamo, dunque, che l’opportunità offerta dalla realizzazione di piattaforme che sono fondamentali per la realizzazione dei parchi eolici offshore flottanti, cioè quelli con le pale inserite nel fondale ma solo ancorate e di conseguenza meno impattanti, possa costituire un nuovo inizio per il rilancio dell’economia in entrambe le aree provinciali, alimentando concrete speranze occupazionali per i nostri giovani che, sempre più spesso altamente scolarizzati, cercano altrove il soddisfacimento alle loro legittime aspettative personali e professionali.
Il settore, infatti, costituisce grande occasione dal punto di vista occupazionale ed è mercato particolarmente allettante per la necessità di acciaio necessario alla costruzione di turbine, torri e pale eoliche; a tal proposito, continuiamo a chiederci il motivo per cui taluni accordi tra aziende del settore come Vestas si possono realizzare in Belgio con Arcelor Mittal, mentre a Taranto prevale il depauperamento produttivo ed a Brindisi il processo di decarbonizzazione manifesta solo incertezze per il lavoro e l’economia del territorio.
Insomma, Taranto e Brindisi se meritano di essere positivamente riconsiderate nel quadro delle politiche industriali ed energetiche nazionali, devono mostrarsi ancora una volta appetibili ed attrattive anche dal punto di vista infrastrutturale, energetico, logistico, produttivo e, contestualmente, più dinamiche, aperte, flessibili dal punto di vista politico ed istituzionale.
Il tempo non è una variabile indipendente, pertanto come Cisl proseguiremo con forza e con ogni iniziativa legittima, nel sollecitare tutte le parti in causa a fare squadra, affinché siano banditi disimpegni ed omissioni che pregiudicherebbero il destino di migliaia e migliaia di lavoratrici e di lavoratori che vedono oggi in pericolo il loro futuro occupazionale.