La proroga della sospensione, per almeno sei mesi, delle esecuzioni di sfratti e di pignoramenti di immobili utilizzati ad uso abitativo primario, in scadenza al 31 dicembre prossimo, è stata sollecitata dal segretario nazionale Sicet Cisl, Nino Falotico, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ad altri ministri, considerando che, in caso contrario “all’obiettivo generale di carattere sanitario di evitare un’ulteriore diffusione del contagio da Covid-19, si aggiungerebbe la grave difficoltà in cui si troverebbero ad operare i servizi sociali comunali e, più in generale, le strutture di assistenza pubbliche e private, che ordinariamente intervengono per la tutela del nucleo familiare privato dell’alloggio, soprattutto in presenza di minori, anziani o in condizioni di fragilità sociale ed economica.”
I dati sugli “sfratti per morosità e sui pignoramenti delle prime case di abitazione per insolvenza dei mutui, piuttosto che il trend crescente del fenomeno dei senza tetto – argomenta ancora Falotico – costituiscono i segnali di una situazione sul versante della casa che di per sé è già particolarmente critica e che purtroppo il nostro Paese vive ormai da molti anni.”
E valutando che “la campagna di vaccinazione si potrebbe esaurire presumibilmente a settembre 2021” pur comprendendo le legittime aspettative dei proprietari e dei creditori,verso i quali, nelle more è ragionevole trovare forme di ristoro e di sostegno, anche parziali “ci pare quanto mai opportuno che venga garantita la certezza della casa in un momento come questo, in cui tendono a lievitare esponenzialmente le insicurezze e le tensioni sociali” conclude Nino Falotico.
“Inserita nel decreto Cura Italia, la precedente proroga degli sfratti dallo scorso settembre ha riscontrato un bisogno diffuso in tutto il Paese ancorché avversato da Confedilizia – annota Massimo Caliandro, segretario reggente Sicet Cisl Taranto Brindisi – ma rimane incontestabile che il costo sociale tanto delle ricadute economiche negative correlate alla pandemia quanto della non appropriatezza di una politica della casa, risultano oltremodo evidenti anche nei nostri territori.”
E se “in Puglia si stima che le famiglie in difficoltà con il canone di locazione sono oltre 80 mila, persiste ancora il paradosso del blocco degli investimenti per problemi burocratici presso le Arca, ex Iacp, a fronte di una situazione numerica di sfratti che coinvolge circa 700 famiglie nel nostro versante territoriale tarantino e circa 350 in quello brindisino.”
Particolare attenzione va, ora, riservata ai contenuti del recente “Decreto interministeriale sulla Qualità dell’Abitare, che assegna 853,81 milioni per gli interventi previsti dal Programma innovativo nazionale – prosegue Caliandro – e mira alla riduzione del disagio abitativo, specie nelle periferie, puntando alla riqualificazione e all’incremento del patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale, alla rigenerazione del tessuto socio-economico, al miglioramento dell’accessibilità, della sicurezza dei luoghi ed a restituire funzionalità a spazi ed immobili pubblici, nonché a migliorare la coesione sociale e la qualità della vita dei cittadini.
Saranno, perciò, finanziati interventi di recupero sostenibile, conclude Caliandro “che non prevedano consumo di nuovo suolo e realizzino i principi e gli indirizzi adottati dalla Ue concernenti il modello urbano della città intelligente ed inclusiva, con fondi disponibili per le Regioni e per i comuni capoluogo di provincia o con più di 60 mila abitanti. Ecco un imminente fronte di impegno vertenziale su cui il Sicet Cisl Taranto Brindisi sarà particolarmente esposto, in virtù delle positive ricadute sociali potenzialmente legate alle capacità di progettazione e di spesa delle Amministrazioni pubbliche regionali e territoriali.”
UFFICIO STAMPA
13 dicembre 2020