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La de-carbonizzazione non determini la crisi irreversibile del Sistema-Brindisi

Presieduto dal Segretario Generale Gianfranco Solazzo, il Coordinamento industria della Cisl Taranto Brindisi, riunito in data 30 luglio 2024, ha fatto il punto sulla vertenzialità in atto nella realtà territoriale di Brindisi, al fine di rilanciare azioni ed iniziative che affrontino e gestiscano criticità occupazionali inedite.

E’ in corso una fase storica straordinaria, di profonda transizione industriale, che merita responsabilità, sensibilità, restando costantemente al fianco dei lavoratori, i cui destini  e quelli delle rispettive famiglie necessitano di certezze.

Per anni abbiamo sostenuto che il processo di de-carbonizzazione sarebbe giunto ad un punto di non ritorno e che bisognava scongiurare che si determinasse una bomba sociale; più recentemente abbiamo anche sollecitato al Governo il rinvio della chiusura produttiva della Centrale Federico II, a causa del phase out del carbone e, al contempo, che la stessa non venisse chiusa senza alternative produttive, occupazionali, tese alla coesione sociale.

Inoltre da tempo ed in più circostanze abbiamo reiterato la richiesta di una Legge speciale per Brindisi ed oggi, in subordine, un Accordo di Programma.

Accordo che coinvolga le istituzioni a tutti i livelli, in particolar modo, per programmare processi di formazione funzionali ad una ricollocazione occupazionale, nell’ambito dei nuovi importanti investimenti che tuttavia, fino ad oggi, risultano solo annunciati.

Ed abbiamo rilanciato le stesse istanze anche nel corso di nostre recenti iniziative pubbliche che hanno coinvolto le istituzioni, la politica regionale e locale, l’Autorità portuale, pur senza registrare, successivamente, ahinoi, gli sviluppi sperati.

Al momento risulta aperto per Brindisi il solo tavolo sulla de-carbonizzazione che va riconvocato il prima possibile e rispetto al quale la Cisl ha sempre sostenuto l’opportunità che fosse gestito a livello inter-ministeriale.

A quel tavolo, lo scorso giugno, sono state date rassicurazioni riguardo ai progetti Scandiuzzi, ACT Blade, Greenthesis Group, Grimaldi e ad ulteriori impegni relativi al fabbisogno formativo delle succitate Aziende, per il tramite del Presidente della task force regionale.

Fronti vertenziali aggiuntivi coinvolgono anche i settori delle manutenzioni, dei servizi, delle pulizie industriali della Centrale Federico II e del Petrolchimico.

Così come il più volte evocato progetto GNL dell’Edison, che prima ancora di realizzarsi, appare una ulteriore vertenza del territorio, per il permanere di continui conflitti istituzionali.

Di contro, grazie al piano strategico della Zes economica speciale unica, nelle filiere della Chimica e della Farmaceutica, dove a Brindisi, rispettivamente LyondellBasell ed Euroapi  registrano crisi d’impresa, è possibile avviare una nuova stagione di investimenti e di occupazione.

E per quanto riguarda la manifestazione di interesse avanzata dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico meridionale insieme all’Autorità di Sistema portuale del Mar Ionio, per la cantieristica navale relativa alla costruzione di infrastrutture per l’eolico off-shore, auspichiamo che tale manifestazione venga privilegiata, atteso il sostanziale processo di transizione energetica ed industriale in atto nelle nostre realtà.   

Infine, la vertenza SIR è la testimonianza di una crisi d’impresa dovuta ad una transizione industriale mal gestita e che rischia di ribaltarsi pesantemente sui lavoratori, spiazzati insieme con le proprie Organizzazioni sindacali da una totale assenza di alternative occupazionali.   

Vertenza che, ribadiamo, necessita di unità d’intenti sul fronte istituzionale e su quello sindacale affinché si approdi ad un accordo che metta al riparo il reddito di tutti i lavoratori coinvolti.

La Cisl con le proprie Federazioni di CategoriaFisascat, Fim, Fit, Femca, Fai, Filca, Felsa – continuerà a rimanere ogni giorno al fianco dei lavoratori, considerando prioritario risolverne le criticità occupazionali, non sottraendosi ad alcun tavolo di confronto e non rinunciando ad azioni di lotta, nel caso in cui i processi di de-carbonizzazione significassero perdita secca di occupazione ed impoverimento economico per migliaia di famiglie e, dunque, per l’economia territoriale.