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Taranto: sviluppo e sostenibilità, obiettivi costanti nell’azione sindacale della Cisl

Nota stampa esclusiva a cura di Gianfranco Solazzo, per la testata giornalistica “Taranto Buonasera”

Taranto 14 luglio 2024. E’ stato rievocato sulla stampa locale, di recente, il tema della sostenibilità ambientale del siderurgico di Taranto, collegandolo al Convegno della Cisl Taranto Vision 2020, del gennaio 2003, i cui contenuti furono assai sfidanti per l’epoca.

La Cisl propose, infatti, esempi di buon ambiente rilevati in diverse parti del mondo e, lanciando la sfida del dialogo sociale, interrogò politica, istituzioni, mondo della cultura, ricerca, scienza, sistema imprenditoriale e tutte le organizzazioni sociali, persino la magistratura.

Il modello-Hamilton (Canada) venne proposto, tra gli altri, quale esempio di area ecologicamente degradata che prima ospitava impianti siderurgici inquinanti e poi, grazie alla comune responsabilità di tutte le componenti politiche, istituzionali, civili e sociali, divenne città dove continua ad essere ancora oggi gradevole vivere, pur coesistendo ancora con sistemi industriali importanti.

Ebbene, la Stelco Holding Inc, società siderurgica canadese con base ad Hamilton,  è tra quelle che hanno manifestato interesse all’acquisto di Acciaierie D’Italia, per cui la tesi adombrata è che, la provenienza da quel contesto geografico e sociale, ascriverebbe una significativa sensibilità ambientale alla stessa società.           

 Ma è ancora presto per pronunciarsi e d’altro canto detta sensibilità è una esigenza talmente imprescindibile del territorio che dovrà appartenere a qualunque altro possibile acquirente!                                                                                                              

Va anche detto che la lunga marcia per l’ambientalizzazione e la salvaguardia del sistema produttivo e occupazionale del territorio ha continuato a vedere la Cisl protagonista, anche nel corso dei decenni successivi e –   riteniamo opportuno precisare – fino ad oggi.

Non fu retorica la domanda che fece da sfondo, il 29 giugno 2010, al Convegno “Taranto Città sostenibile? Si può!” quando, la Cisl teorizzò una nuova concezione dei percorsi di sviluppo sostenibile con una ripartenza dal basso, senza dover scegliere tra salute e lavoro.

Fecero seguito il convegno del 4 ottobre 2010, in occasione di Better City, Better Life: iniziativa su scala mondiale dell’ONU e la comunicazione dell’allora Segretaria generale territoriale  Daniela Fumarola  – oggi Segretaria generale aggiunta della Cisl nazionale – dal titolo “Taranto, una città che guarda al mondo”, nel side-event del 6° World Urban Forum promosso dall’Agenzia ONU sulla urbanizzazione sostenibile, l’1 settembre 2012 a Napoli, dove delegazioni internazionali approfondirono il tema “The Urban Future”.

Nel corso delle numerose ed ulteriori iniziative, l’approccio della Cisl territoriale (dal 2013 divenuta Taranto Brindisi) è sempre stato propositivo sulla difesa dell’ambiente ma anche sulla gestione sapiente del cambiamento e, oggi, della transizione energetica.

Tale approccio ha riguardato anche il CIS di Taranto (di cui si è persa traccia), istituito dal 2015 e da noi considerato opportunità di sviluppo del territorio e di valorizzazione del partenariato economico e sociale, oltreché occasione di rilancio.

Specie  in questa realtà identificata come Area di crisi industriale complessa, con in  più l’annosa questione bonifiche che oggi si auspica possa giungere al temine.

Il 3 ottobre 2022, il convegno della Cisl Taranto Brindisi “Le Comunità Energetiche” si pose in continuità ideale con la 49^ Settimana sociale dei Cattolici italiani, svoltasi a Taranto l’anno prima, con un tema oltretutto ripreso nella 50^ Settimana sociale tenutasi a Trieste agli inizi di questo mese di luglio.

Quando si parla di comunità energetica, sostenemmo, si parla di uno strumento democratico, di partecipazione dei cittadini in un quadro di fabbisogno e di benessere proprio e di solidarietà sociale.

Ma la crisi energetica vissuta dall’Italia è la testimonianza di una mancata strategia, amplificata dalle conseguenze dei conflitti bellici che ne compromettono, ancor più oggi, il sistema produttivo, economico e sociale, incidendo fortemente sulla bolletta energetica di famiglie e imprese e colpendo maggiormente le fasce più fragili della popolazione.

Il nostro appello riguardò, dunque, la necessità di rendersi emancipati dal punto di vista energetico, atteso che la stessa tragica esperienza della guerra continua a dimostrare in questo 2024 come senza indipendenza energetica non possa esserci neppure indipendenza politica.

Oggi, il processo di de-carbonizzazione che coinvolge il polo siderurgico di  Taranto, nella complessa battaglia del rilancio produttivo, è la nuova frontiera di un impegno della Cisl per la sostenibilità di un sistema industriale necessario allo sviluppo del territorio e del Paese.

Ne abbiamo trattato nel corso del convegno Cisl, territoriale e regionale pugliese, su “Sviluppo del Territorio, tra crisi e opportunità”  presso l’Istituto Alberghiero di Brindisi il 22 aprile u.s. quando abbiamo chiesto alla politica e alle istituzioni di riempire di significato i concetti di sviluppo e di crescita, puntando a pianificare strategie che rispettino le specificità produttive di entrambe le province, laddove industria non è solo acciaio, energia, chimica, aeronautica, ecc. ma comprende anche il sistema produttivo che ruota intorno al settore dell’agricoltura e dell’agroindustria.

Abbiamo, insomma, esaltato ancora una volta uno sviluppo sostenibile dall’industria alla portualità e all’economia del mare, dalla cantieristica alle energie rinnovabili, dall’agroalimentare al turismo eno-gastronomico, dal settore dell’accoglienza alla formazione mirata anche tramite la promozione degli ITS .

E’ in tale quadro che abbiamo auspicato possa volgere al meglio la manifestazione di interesse (ex DL Energia n.181/2023) avanzata dai Presidenti dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale e dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio – presenti al convegno insieme ad altri rappresentanti istituzionali  – relativa alla costruzione di infrastrutture di cantieristica navale, a fini di produzione, assemblaggio e varo di piattaforme galleggianti, per l’eolico offshore.

Considerando che la necessità di acciaio di qualità per tali filiere è considerevole e che il siderurgico di Taranto potrebbe risultare funzionale a tali produzioni e ricevere, di contro, dai grandi player che stanno investendo sulle rinnovabili l’energia necessaria, per il suo processo di decarbonizzazione, non sarebbe peregrino – sostenemmo – pensare ad un innovativo distretto industriale che punti addirittura ad esportare know-how.

Ebbene, esiste un evidente fil rouge che lega i poco più di 20 anni da Taranto Vision 2020 ad oggi ed è la persistente insofferenza della politica locale per qualsivoglia proposta di Patto di responsabilità sociale, che restituisca evidenza nazionale al sistema-Taranto ed interpreti, senza commistioni di ruoli, la più volte evocata partecipazione intesa anche come Visione condivisa di futuro per lo sviluppo.

Non esistono alternative alla necessità di ritrovarsi in un percorso comune su obiettivi strategici e occorre farlo ora, allineando crescita e sostenibilità sociale, innovazione e formazione, nuove tutele e coesione, partecipazione e centralità del lavoro stabile, dignitoso, produttivo, a Taranto come nel resto del Paese.

Confidiamo che le distinte complessità con cui quotidianamente Taranto si misura producano un cambio di passo, invocato con grande speranza specie dalle giovani generazioni che, qui e non altrove, desiderano vivere i propri destini familiari, lavorativi e professionali.

E’ innegabile che la situazione generale di Taranto su vari versanti – economia, occupazione, lavoro, formazione, salute ambiente, welfare, ricerca – sia oggi caratterizzata da incertezze e vuoti da colmare.

In un quadro di instabilità geopolitica internazionale e, come ci ricorda Papa Francesco, di “terza guerra mondiale a pezzi” ogni possibile orizzonte di medio e lungo periodo sarebbe ancor più imperscrutabile per una comunità ionica che non volesse puntare su un sistema economico e produttivo rafforzato o, ancor peggio, si percepisse come deprivata di una classe dirigente che operi non per esclusivi tornaconti personali o di partito.

Necessario, dunque, il recupero di quello spirito propositivo e costruttivo che ha consentito a suo tempo lo sviluppo del territorio grazie a sistemi produttivi strategici per il Paese, quali siderurgia, energia,  difesa, cantieristica, portualità, senza trascurare quelli della mitilicoltura, dell’artigianato, della moda e del tessile,  insieme alle  prestigiose direttrici culturali, paesaggistiche, turistiche, dell’agroalimentare, del vitivinicolo.

Uno spirito che stenta a decollare nella nostra comunità, dove si assiste a continue contrapposizioni come tra capponi manzoniani, più che ad un sano confronto tra idee.

Mentre, crescita, occupazione e sviluppo sostenibile dovrebbero concepirsi come missioni imperative ed è per questo che le opportunità di Pnrr, Pnc, Fondi Sie, Jtf, risorse Cis, andrebbero sfruttate interamente, se si intende realizzare una transizione industriale, energetica, tecnologica in grado, grazie ad una governance condivisa, di incidere in misura straordinaria su questa nostra realtà.

Occorrerà elevare, nei confronti dell’Esecutivo di Governo, la capacità di contrattazione politica, istituzionale, sociale per attualizzare le grandi opportunità costituite dal nostro mare, dalla strategicità di porto e retro porto, puntando sulla logistica, sulla blue economy, sulle  filiere produttive legate alle FER, su tutto il sistema dei servizi e del terziario, per un territorio che aspira ad essere anche un hub turistico di eccellenza .

Anche per tali ragioni auspichiamo che la Zes unica, velocizzando gli investimenti attesi, si riveli un deterrente contro burocrazia e lentezze amministrative, soprattutto una opportunità per le tante vertenze settoriali aperte sul territorio.

Il territorio ionico, dunque, deve rivelarsi attrattivo di investimenti mirati alle peculiarità locali, atteso che la competizione tra territori, in termini di crescita e di sviluppo, ha ormai assunto caratteristiche ancor più complesse.

Infine, su formazione, scuola, ricerca, occorre ricreare sintonia tra le necessità produttive del territorio e verificare la messa a terra di tutte risorse che il Pnrr ha reso disponibili, in primis con la misura GOL per il percorso di inclusione sociale, ponendo altresì fine all’emigrazione giovanile per studio e soprattutto per lavoro. 

E quanto poi alla ricerca, è lecito affermare che l’ignavia delle istituzioni locali ha depotenziato se non addirittura azzerato il progetto per la realizzazione, a Taranto, del Tecnopolo del Mediterraneo per lo sviluppo sostenibile!

Esistono molteplici ragioni, comunque, per guardare al medio-lungo periodo di Taranto con la fiducia di chi, come la Cisl, non vuol arrendersi alla presunta ineluttabilità di destini produttivi e di sviluppo non opportunamente governati o, peggio, vanificati

Un Patto sociale e di responsabilità incoraggerebbe la partecipazione, la stessa di cui Papa Francesco continua a sostenere che “non si improvvisa” e il Presidente Sergio Mattarella ne parla come “diritto alla costruzione del futuro”.

E’ nei nostri valori tale modus operandi evocato qui non tanto per i più disattenti ad una accurata lettura della ininterrotta e coerente iniziativa della Cisl territoriale, quanto per sollecitare la ripartenza di una nuova stagione di impegno e di concretezza sulle tantissime cose da fare.