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Non c’è sicurezza senza prevenzione: i lavori del Consiglio Generale Cisl Taranto Brindisi

“Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza sociale; da troppo tempo in Italia registriamo mediamente oltre 1000 infortuni mortali all’anno, con un trend in crescita. Abbiamo tutti il compito di non abbassare la guardia e il dibattito sulla salute e sulla sicurezza, coinvolgere l’intero Paese promuovendo un dibattito costante e senza soluzione di continuità –  ha affermato Gianfranco Solazzo, segretario generale della Cisl Taranto Brindisi, avviando stamani i lavori del Consiglio generale territoriale monotematico, sul tema “Non c’è sicurezza senza prevenzione” presso Villaggio San Giovanni, a San Giorgio Ionico.

 Le distinte transizioni in corso devono, dunque, “includere un cambio di paradigma rispetto alla cultura della vita delle persone, dentro e fuori i luoghi di lavoro, atteso che è ancora lungo il cammino da percorrere e che leggi, norme, protocolli, accordi, da soli non sono sufficienti ad educare al valore e al rispetto della vita in tutte le sue forme: umane, ambientali, sociali, culturali – ha proseguito Solazzo facendo anche riferimento anche ad “una casistica della quale si parla poco: il lavoro minorile. In Italia sono 78.530 i lavoratori minorenni tra i 15 e i 17 anni, ovvero il 4,5 per cento della popolazione totale delle ragazze e dei ragazzi in quella fascia d’età ed è un dato in crescita. Il dato, riferito al 2023, è evidenziato nel Report statistico dell’Unicef Italia su“Lavoro minorile in Italia: rischi, infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro”. Se invece osserviamo la fascia di età entro i 19 anni nel 2022 i lavoratori erano 376.814 (233.638 maschi e 143.176 femmine), rispetto ai 310.400 del 2021. In Puglia, quasi un lavoratore su dieci è minorenne, cioè 28.916 di cui 5.718 con meno di 14 anni.  Ma in Puglia, nonostante l’alto numero di lavoratori minorenni, le denunce per infortuni sono molto basse, celando quindi una possibile volontà di occultare l’impiego di lavoratori, di questa fascia di età, da parte di chi li utilizza. Infatti, il rapporto tra denunce e lavoratori minorenni in Puglia è pari al 15,6 per cento contro la media nazionale che tocca il 24,8 per cento.

La Cisl, ha concluso Solazzo “è fortemente impegnata nel confronto con il Governo su questi temi, così come ad implementare la cultura della sicurezza a tutti i livelli, nel Paese, rivendicando legalità e potenziamento numerico dei controlli e quindi degli ispettori anche al nostro livello territoriale, oltre ad un piano straordinario di informazione e formazione, puntando ad inserire l’argomento salute e sicurezza sul lavoro nei piani scolastici, fin dalla scuola dell’obbligo.”

I lavori sono proseguiti con le testimonianze dei delegati Rsu/Rls, Francesco Demito in Acciaierie D’Italia di Taranto (Fim Cisl), Francesco Narducci nella Asl/Ta (Cisl Fp), Alessandro Caramia  presso Lyondell Basell di Brindisi, Giovanni Delsole nell’ Heyneken Stabilimento di Massafra.

Nel suo intervento, il Direttore provinciale dell’INAIL di Taranto dott. Biagio Francesco Petillo ha tra l’altro evocato le risorse finanziarie in capo all’INAIL, trattenute dal Ministero delle Finanze, ma che dovrebbero essere spese a vantaggio di lavoratori ed aziende, che sono i primi canali della prevenzione.

A seguire il dott. Cosimo Scarnera responsabile Spesal Asl/Taranto ha richiamato le schede di autovalutazione e di percezione dei rischio da parte dei lavoratori, utili a fare emergere le distinte criticità ed attivare programmi di prevenzione e di formazione mirati e dott. Nicola Dipalma responsabile Spesal Asl/Brindisi ha segnalato come grazie al sistema Inail Infor.MO, di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi sul lavoro è stato possibile verificare che negli ultimi 10 anni le dinamiche infortunistiche gravi nel 99% dei casi si sono ripetute sempre nella stessa maniera.

Per Antonio Castellucci, segretario generale Cisl Puglia “la strada da percorrere è ancora lunga e complessa. C’è dunque l’esigenza di tenere sempre alta l’attenzione sul fenomeno. I maggiori infortuni in Puglia, tra gennaio e maggio 2024, si sono verificati nel settore dell’industria e dei servizi (7.893 denunce) con particolare incidenza nella sanità e nelle costruzioni e poi, nel settore agricolo (932 denunce). La provincia di Bari risulta in testa per accadimenti di questo genere (4.293), seguita da Lecce, Foggia e Taranto. In questa provincia sono state registrate ben 1.601 denunce, 200 in più in confronto con il primo semestre del 2023.”

La Puglia, ha concluso Castellucci “E’ in zona rossa. Occorre concertazione e partecipazione, confronto in ogni azienda per individuare possibili soluzioni e ridurre al minimo gli incidenti mortali e gli infortuni. Guardiamo con attenzione alla formazione e all’informazione rivolta ai giovani. Come Cisl Puglia, abbiamo avviato, ad esempio, un percorso di educazione nelle scuole, proponendo la visione del cortometraggio “Conto Terzi”, realizzato con Inail Puglia. In definitiva, il messaggio che vogliamo trasmettere è chiaro e cioè che le proposte e gli strumenti per intervenire ci sono, è indispensabile che vi sia anche determinazione e coraggio da parte di tutti.”

Concludendo i lavori, Mattia Pirulli, Segretario Confederale nazionale Cisl ha rivendicato “l’impegno  assunto della mobilitazione nazionale ma abbiamo anche scioperato, scegliendo al contempo la via più complicata: tenere continuamente alta l’attenzione dei lavoratori sul versante della prevenzione. Fare prevenzione e controllo abbatte i costi anche sociali, rispetto a quelli sostenuti in caso di infortuni mortali.”

Pirulli ha poi definito “la Patente a crediti un buono strumento per la prevenzione e per la qualificazione delle Imprese, per capire quali siano le Aziende corrette. Siamo partiti da un testo unitario delle Federazioni degli Edili, firmato con l’Ance nel 2011, anche riprendendo il ruolo delle RLS/RLST. Siamo ancora in attesa dell’Accordo Stato-Regioni a proposito della formazione dei lavoratori e anche delle Imprese. Necessario un maggior coinvolgimento degli Enti Bilaterali  in grado di assicurare una formazione qualitativa.”

I controlli da soli certamente non bastano ha concluso Pirulli ma “sono comunque determinanti perché un’azienda che non versa i contributi previdenziali ed assicurativi non investirà mai in salute e sicurezza; insomma evaderà le regole. Vogliamo esercitare come Cisl responsabilità nei luoghi di lavoro come anche sui tavoli istituzionali e, al contempo, implementare la cultura nei giovani sul tema salute e sicurezza, generando non paura ma trasmettendo motivazioni, testimonianze positive e partecipazione, dando grande spazio alla loro creatività perché loro saranno i prossimi lavoratori e/o imprenditori.”