Solazzo (Cisl): possibile sintonia tra i settori siderurgico ed energetico
E’ da tempo che evidenziamo quale importanza, l’acciaio prodotto nel siderurgico di Taranto, potrebbe costituire per sistemi produttivi sostenibili in fase di grande sviluppo, in quanto legati alle nuove esigenze della transizione ecologica.
Nel convegno “Sviluppo del Territorio, tra crisi e opportunità” organizzato dalla Cisl Taranto Brindisi con la Cisl Puglia e tenutosi a Brindisi il 22 aprile u.s. abbiamo espressamente lanciato la proposta di mettere in sintonia due settori strategici, appunto il siderurgico e l’energetico fino ad immaginare la nascita di un distretto industriale che punti addirittura ad esportare know-how.
Abbiamo, insomma, sostenuto l’opportunità che il primo fornisca acciaio pregiato al secondo e, quest’ultimo, l’energia necessaria ad agevolare il processo di decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico ionico.
Abbiamo anche fatto il punto sulla grande possibilità offertaci dal Dl Energia n.181/2023, che prevede l’individuazione di due aree demaniali marittime del Mezzogiorno, con relativi specchi acquei esterni alle difese foranee, da destinare alla realizzazione di infrastrutture idonee a garantire lo sviluppo degli investimenti del settore della cantieristica navale per la produzione, l’assemblaggio e il varo di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche, funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare.
Inoltre, la L. n. 11/2024 che ha convertito il Dl Energia, consente di puntare su aree portuali limitrofe a quelle dove sia in corso l’eliminazione graduale dell’uso del carbone.
E allora, prendiamo positivamente atto delle dichiarazioni dei Commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in AS, riportate dalla stampa, i quali hanno fatto riferimento alla possibilità di utilizzare l’acciaio dello stabilimento di Taranto per produzioni che spaziano dalla cantieristica navale all’automotive.
Nello stesso nostro convegno sopra richiamato, abbiamo fatto emergere quali grosse quantità di acciaio servirebbero solo per costruire una turbina eolica galleggiante offshore da 10 MW, circa 20mila tonnellate e, inoltre, come una produzione di turbine in grande quantità contribuirebbe notevolmente al rilancio dell’industria siderurgica e non solo.
Abbiamo evocato, insomma, la grande opportunità, offerta ad entrambi i porti di Taranto e di Brindisi, di posizionarsi come polo logistico, attesa da una lato la produzione di acciaio destinato ad essere sempre più pregiato, come dichiarato anche dai manager, dall’altro la presenza qui di grandi player del settore dell’eolico off-shore.
Questi ultimi già investono importanti risorse finanziarie nella costruzione di pale eoliche innovative, come Vestas che dovrà realizzare la pala eolica più grande al mondo, oltre ai previsti investimenti di Renantis & Blue Float Energy e quelli già autorizzati su Brindisi della società Act Blade.
Consideriamo tali opportunità funzionali ed aggiuntive per lo sviluppo sociale ed economico, per di più utili a compensare la crisi occupazionale che attanaglia il nostro territorio.
Opportunità che possono determinare, anche per i 330 lavoratori ex TCT, dopo un percorso di riqualificazione professionale (in merito ricordiamo il protocollo di intesa firmato tra Regione Puglia e ASPMJ) una buona occasione di lavoro.
A tal riguardo, assume straordinaria importanza l’emendamento al Decreto Coesione che estende di 9 mesi l’operatività delle Agenzie per la somministrazione del lavoro e stanzia, per analogo periodo, 6,6 milioni; a Taranto riguarderà, appunto, gli stessi 330 oggi in carico all’Agenzia del lavoro portuale TPWA, per i quali l’indennità di mancato avviamento era senza copertura finanziaria da fine marzo scorso.
Così ci sarà altro tempo affinché si possano creare le giuste condizioni per un possibile rientro dei lavoratori nei cicli produttivi. Auspichiamo, pertanto, che le istituzioni a tutti i livelli remino nella stessa direzione, affinché burocrazia e intoppi autorizzativi non facciano evaporare anche tali opportunità per l’economia del nostro territorio, così come il mancato insediamento produttivo della Ferretti Group amaramente insegna.