Taranto: industria, portualita’ e ZES, pilastri di Nuovo sviluppo ed occupazione aggiuntiva
La recente presenza a Manduria della Premier Meloni e di non pochi ministri, all’evento “Forum in masseria” di Bruno Vespa, ha avvalorato il nostro territorio e la Puglia nella sua interezza come una sorta di ribalta in vista del G7 a guida italiana, in programma a giugno del 2024; inoltre ha costituito valore aggiunto per quest’area impegnata da anni a promuoversi come attrattiva anche sul versante turistico, riuscendovi al punto che già ad inizio estate 2023 la stragrande maggioranza delle strutture ricettive è sold out.
Nulla, tuttavia, sembri risolutivo perché qui siamo in quella parte di Mezzogiorno dove ancora turismo e ricettività turistica, divari infrastrutturali materiali, immateriali e mancate competenze diffuse di carattere professionale, permangono quali handicap talmente conclamati che sarebbe deleterio non approfittare dell’ultima occasione di risorse finanziarie disponibili, quelle del PNRR, che non poche preoccupazioni autorizzano, ad oggi, circa l’effettiva capacità di messa terra.
E’ in questo scenario che come Cisl territoriale insistiamo da tempo nel proporre la necessità di una visione condivisa di sviluppo, a partire proprio dai settori produttivi storici del territorio -Grande industria, Agricoltura e Agroindustria. Turismo, portualità, logistica, Pmi, energia, industria del mare, Aerospazio, commercio, artigianato, moda, servizi alle imprese e alle persone … – senza i quali la coesione sociale e l’occupazione aggiuntiva oltre alla salvaguardia di quella esistente, rimarrebbero soltanto dei buoni propositi.
Non rimanga tale, ad esempio, l’esigenza di fermare l’emorragia continua di residenti, per lo più giovani (-1,5 mln circa dal 1995) e laureati, se è vero che in 40mila ogni anno lasciano il Sud per il Nord o per il centro del Paese (fonte Svimez) anche a causa di retribuzioni inferiori del 20% oltreché di mancanza di lavoro o per offerta di lavoro non contrattualizzato; come pure per gravissima carenza di servizi come infrastrutture sociali, asili nido e scuole a tempo pieno e, più in generale, per una oggettiva assenza di politica nazionale dei redditi e dei salari.
Non c’è da perdere altro tempo ed è dal territorio che vanno promosse politiche di crescita e sviluppo che, a Taranto, necessitano innanzitutto di unità, di condivisione, di azioni comuni scevre da conflitti fine a se stessi, di una politica inclusiva che allontani tentazioni di interesse personale e privilegi il bene comune.
Esemplare, al riguardo, l’iniziativa del Commissario straordinario del Governo della Zona Economica Speciale (ZES) Jonica interregionale Puglia Basilicata, la Dott.ssa Floriana Gallucci.
Nel segno della collaborazione, della concertazione, della condivisione, agevolando un processo di vera partecipazione di tutti gli attori istituzionali, economici e sociali del territorio, il Commissario ha istituito il Tavolo Sociale Permanente per la promozione, la crescita, lo sviluppo, l’occupazione anzi la buona occupazione, con la consapevolezza della grande opportunità posseduta dal territorio ionico con la ZES, oltre che con la ZFD, di essere attrattivo per il mondo delle imprese.
Istituiti anche tavoli tematici sul lavoro e competenze e sullo sviluppo sostenibile, sui quali esporre contributi, idee, proposte.
La formazione, con interventi di reskilling e upskilling, resta un compito al quale assolvere per affrontare il tema del mismatch lavorativo, al fine di creare sintonia tra domanda e offerta di lavoro, sia quello nuovo creato dalle transizioni – digitale, ecologica ed energetica – in atto, sia per garantire i lavoratori che dovranno affrontare la ricollocazione lavorativa a seguito dei processi di trasformazione tecnologica e industriale in tutti i settori produttivi, privati e pubblici.
Questa è una sfida anche per quelle imprese fortemente in sofferenza, coinvolte dalla crisi economica e produttiva del siderurgico, senza il quale, però, questa città e l’intero Paese pagherebbero un costo economico, sociale e occupazionale di portata storica.
La brusca caduta della produzione industriale nazionale del 7,2% su base annua dimostra che “L’economia italiana non può vivere soltanto di turismo”(Paolo Bricco – Il Sole 24 Ore); perciò il Governo è chiamato a misurarsi con i problemi dell’industria, dalle grandi crisi alle politiche industriali, necessarie per una manifattura che ha tenuto in piedi negli ultimi trent’anni il nostro Paese che sarebbe sprofondato senza le fabbriche.
Al riguardo, il nostro auspicio è che la Premier Meloni faccia tesoro del documento delle RSU di Acciaierie D’Italia (ADI) consegnatole a Manduria dai segretari dei sindacati metalmeccanici di Taranto, i quali riassumendo la storia degli ultimi 11 anni dell’exIlva, a partire dal sequestro preventivo dell’area caldo, hanno sollecitato il Governo ad intervenire con scelte non più procrastinabili per il futuro di quella fabbrica.
Prendiamo atto della dichiarazione della Premier, circa la volontà del Governo di mantenere la presenza pubblica negli assetti societari, purché sia agevolata, aggiungiamo noi, una soluzione industriale che consenta di sviluppare il ruolo dell’ex Ilva in una dinamica nazionale ed europea di acciaio di qualità.
Si, pertanto, ad una presenza dello Stato nella maggioranza del capitale sociale, senza che si attenda ancora un altro anno, per varare quel piano di rilancio produttivo da tempo auspicato dai sindacati dopo gli anni di commissariamento e di perdita di produzione, di mercato e di situazione impiantistica, senza trascurare il danno economico ed occupazionale che stanno pagando i lavoratori, in particolar modo quelli in AS, dell’indotto e dell’appalto e la continua incertezza dei destini produttivi e occupazionali dell’intero Gruppo.
Persino il vice presidente della Commissione europea Frans Timmermans ha definito strategico quello stabilimento per l’Italia e non solo!
Allora, premesso che non siamo all’anno zero, non si può che fare appello all’autorevolezza politica di questo Governo, che ha ricevuto un chiaro mandato elettorale e, per questo, ha una maggiore responsabilità nel dover dare una risposta a questo territorio dove tante campagne elettorali si sono giocate sulla pelle dei lavoratori siderurgici diretti e indiretti e su quella delle rispettive migliaia di famiglie.
Il Governo Meloni, però, faccia presto, rimuova ogni ostacolo residuo se effettivamente intende intestarsi la svolta decisiva e positiva di questa annosa vertenza, rendendosi disponibile ad un dialogo rispettoso a partire dalle parti sociali, per una vertenza la cui soluzione dovrà rilanciare l’economia del territorio ionico e rivelarsi, al contempo, strategica per politiche industriali del nostro Paese.
di Gianfranco Solazzo – Segretario generale Cisl Taranto Brindisi
Taranto, 12 giugno 2023