Nuove politiche attive del lavoro: utili al paese, vitali per il nostro territorio
“Garanzia di occupabilità dei lavoratori” (GOL) è una nuova misura di politica attiva del lavoro già in Legge di bilancio dello Stato 2021 per l’inserimento occupazionale, prefigurata nel PNRR che, a tale scopo, finanzia 4,4 MD per il periodo 2021-2023.
GOL non riconduce, perciò, ad una partita di calcio bensì ad una sorta di campionato cui partecipare per vincere, affinché il diritto costituzionale al lavoro trovi effettiva cittadinanza in Italia, laddove l’occupazione vive attualmente – specie al Sud e nelle nostre aree territoriali Taranto Brindisi – una situazione di profonda precarietà, specie dopo l’emorragia del milione di posti di lavoro subita a seguito del Covid-19.
GOL, dunque, come una tra le prime concrete politiche attive dell’occupazione per passare dall’attuale sistema di tutele passive ad uno nuovo di tutele attive, per lavoratori in CIG o CIGS ma anche per i beneficiari di Naspi, Dis-coll, Reddito di cittadinanza, per i Neet (giovani che non studiano, non lavorano né cercano un lavoro), i lavoratori fragili, le donne in condizioni di svantaggio, le/gli over 55.
Saranno previsti percorsi di aggiornamento professionale (upskilling) e/o di riqualificazione professionale (reskilling) a seconda delle necessità e delle professionalità possedute dalle lavoratrici e dai lavoratori da reinserire e/o ricollocare.
Tale strumento potrà essere attivato anche per affrontare crisi aziendali, che possono determinare una ricollocazione collettiva del personale, mettendo in atto una operazione più complessa dal punto di vista dei vari profili professionali.
La “Garanzia di occupabilità dei lavoratori” e la più complessiva riforma degli ammortizzatori sociali è ancora materia di confronto tra il Ministro del lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando e le Parti sociali che ha già riconvocato per il 2 settembre p.v.
La riforma, secondo i primi calcoli del Ministero dell’Economia, costa circa 8 MD, qualcosa in più dei 6 preventivati dal Ministero del lavoro, mentre disponibili sono solo 1,5 MD rivenienti dallo stop del cashback 2021.
Altre risorse, si legge nella bozza, dovranno essere recuperate in sede di Bilancio nei prossimi mesi, prevedendo un accompagnamento a carico della fiscalità generale nel triennio 2022-2024.
Il prosieguo del confronto non sarà certo facile ma è da tempo che, come Cisl, evidenziamo la necessità improcrastinabile di affrontare le criticità correnti del mondo produttivo ed i contestuali profondi cambiamenti che stanno mettendo in discussione una superata concezione del lavoro e dei lavori, in concomitanza con una transizione digitale, ambientale, ecologica e industriale che non risparmierà alcun settore pubblico o privato.
Per quanto concerne il programma GOL, durante la trattativa si entrerà ancor più nel merito del disegno di sistema ma va riconosciuto che, finora, nei principi e nelle impostazioni molte richieste della Cisl sono state recepite.
Il nuovo modello di ammortizzatori sociali deve essere sempre più universale, solidaristico, inclusivo, mutualistico, di tipo assicurativo, collegato alle politiche attive del lavoro e non può prescindere da significativi investimenti per la formazione permanente e la crescita delle nuove competenze.
Basti considerare che da una analisi del CRISP (Centro di ricerca dell’Università Bicocca) emerge come oltre la metà delle professioni, che saranno richieste nel 2040, devono ancora essere inventate.
Allora, occorre fare presto, forzare le tappe, attrezzare preventivamente chi oggi un lavoro già lo svolge ed anche chi si candida a farlo, ovvero le nuove generazioni alle quali si ispira il programma europeo Next Generation Eu.
L’assenza di lavoro è tra le prime emergenze sociali del nostro Paese e, soprattutto, del nostro territorio; ne riparleremo durante i lavori del Consiglio generale Cisl Taranto Brindisi a metà settembre p.v.
Qui, infatti, siamo alle prese con vertenze che richiedono scelte strategiche ponderate, condivise e di futuro, non solo a beneficio dei dipendenti diretti e di quelli impegnati nei sistemi appalto e indotto ma anche a motivo della decisiva incidenza, delle stesse, nella determinazione del Prodotto interno Lordo (PIL) nazionale.
Ci riferiamo, innanzitutto, alle vertenze-madri che coinvolgono Acciaierie d’Italia e Ilva in AS per quanto riguarda Taranto ed al processo di decarbonizzazione della centrale Enel Federico ll a Brindisi, senza trascurare la serie di altre questioni ancora aperte come quelle di Albini a Mottola, Cemitaly a Taranto, Leonardo a Grottaglie, Dema e Santa Teresa a Brindisi.
Ma l’elenco potrebbe continuare in ragione delle tante vertenze ancora irrisolte presso la Task force regionale per l’occupazione ed in costanza di prese di posizione, spesso gratuite e strumentali, nei confronti del Petrolchimico ENI Versalis, con ciò mettendo a rischio le prospettive occupazionali oltreché produttive dello stesso stabilimento.
Esortiamo, perciò, la politica, i livelli istituzionali nazionali, regionali – che già svolgono un ruolo importante nelle politiche attive del lavoro – nonché i rispettivi territoriali, a favorire la condivisione di un percorso corresponsabile con le Parti sociali, considerando il lavoro e l’occupazione produttiva le priorità su cui puntare, per l’inclusione sociale ed il progresso economico dei territori amministrati.
Gianfranco Solazzo – Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi
22 agosto 2021