Taranto e Brindisi nel Modello-Puglia per la transizione ecologica con l’idrogeno verde
Il processo di transizione ecologica comporta la necessità, per istituzioni, parti sociali e per l’intero sistema produttivo del nostro Paese – che è tra i primi posti in Europa nell’uso delle fonti rinnovabili – di condividere una visione nuova dello sviluppo, che abbia però respiro temporale di medio-lungo termine ed una progettualità credibile di rilancio, atteso anche che i fondi comunitari richiedono una immediata visione condivisa.
Su questo versante, infatti, sarà il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr ovvero il Next Generation Fund), formulato come base per il piano di investimenti funzionale a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, che potrà e dovrà favorire la ripartenza economica post-Covid, grazie ai 68,9 miliardi a ciò destinati, che costituiscono più del 30 per cento del totale disponibile.
La scelta da compiere, insomma, è passare da una situazione attuale poco predisposta alla produzione verde e poco attenta ai consumi e agli sprechi, ad un’altra di attenzione e cura di tali aspetti che, a fronte dell’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali del pianeta, ci faccia ripensare i nostri stili di vita e recuperare il rispetto dell’ambiente che oggi viviamo, per consegnarlo meno inquinato, sostenibile ed in sicurezza alle giovani generazioni presenti e future.
In linea con gli obiettivi del Pnrr si pongono i contenuti del protocollo d’intesa sottoscritto da Saipem e Alboran Hydrogen e mirato ad un progetto da realizzare in Puglia con l’obiettivo di esportarlo nel mondo, ovvero lo sviluppo congiunto di cinque impianti, tre dei quali in Italia e due nel bacino del Mediterraneo, per la produzione di idrogeno verde tramite il processo dell’elettrolisi.
Due degli stessi impianti saranno ubicati a Brindisi e a Taranto, l’altro a Foggia, coinvolgendo il Distretto Tecnologico Nazionale dell’Energia (DiTNE), le Università La Sapienza e del Salento, la Cittadella della Ricerca di Brindisi.
Sullo stesso fronte e su obiettivi analoghi, che sono quelli di sviluppare la catena del valore dell’idrogeno in linea con la strategia europea, si pone l’Azienda elettrica A2A, presente essa pure a Brindisi, con l’obiettivo di contribuire con nuovi investimenti nel territorio, alla transizione energetica, alla decarbonizzazione e alla crescita sostenibile.
La società A2A si è dichiarata pronta a collaborare, con gli altri operatori del settore, allo sviluppo della filiera idrogeno ed al coordinamento degli investimenti.
A tal proposito va data la giusta attenzione anche all’accordo stipulato tra Saipem, Danieli e Leonardo, per lo sviluppo di tecnologie che incentivino la produzione di acciaio verde, tecnologie e potrebbero rappresentare opportunità straordinaria per lo stabilimento ex Ilva considerando, peraltro, le risorse che l’Europa mette a disposizione con il Just Transition Fund.
La Cisl Taranto Brindisi prende positivamente atto di tali nuovi processi, auspicati da tempo in verità ma che, oggi, grazie ai fondi europei, possono credibilmente essere esigibili, a dimostrazione delle più volte evocate potenzialità geografiche e logistiche di questi territori.
Territori nei quali, come tante altre volte è stato da noi rivendicato, insistono tutte le possibilità per coniugare processi produttivi pesanti con la sostenibilità ambientale, la salute e la sicurezza interna ed esterna ai luoghi di lavoro, salvaguardando i livelli occupazionali esistenti e, persino, creare nuove opportunità lavorative dirette ed indirette.
Non rimane che agire, ora, sollecitando e portando a sintesi le distinte posizioni che istituzioni, politica, Enti locali, parti sociali, potranno e dovranno rendere note prima possibile.
A tal riguardo, la cabina di regia, recentemente costituita a livello regionale, tra i massimi responsabili istituzionali della Regione Puglia e Cgil, Cisl, Uil, rappresenta una ulteriore occasione di confronto teso a individuare quelle sinergie che non solo devono risultare utili a coordinare, monitorare e ad adottare soluzioni alle tante emergenze lavorative del territorio ma, soprattutto, a condividere programmi, idee e nuova progettualità per un necessario rilancio dello sviluppo economico dei territori.
Tutto ciò, riservando attenzione particolare alle politiche attive del lavoro, da coniugare con quelle passive, al fine di realizzare idonee iniziative di formazione e di riqualificazione delle professionalità esistenti, per affrontare i profondi processi di cambiamento che la transizione digitale ed ecologica impongono e per fornire alle giovani generazioni quelle competenze necessarie che i nuovi lavori richiedono.
E’ del tutto evidente che in questa fase, propedeutica a dinamiche imprenditoriali il cui sviluppo andrà seguito con interesse, le istituzioni nazionali e regionali, la politica, le associazioni imprenditoriali, le confederazioni sindacali, debbano considerarsi obbligate ad un dialogo sociale la cui valenza di fondo sia quella di attribuire capacità contrattuale al nostro territorio, scongiurando possibili decisioni centralistiche e scelte etero dirette già osservate in passato, certamente al servizio del Paese ma non sempre assunte nel contestuale precipuo interesse delle nostre aree.
Abbiamo un debito nei confronti dei giovani del Mezzogiorno: assicurare loro il diritto di investire proficuamente nel proprio futuro lavorativo e professionale, con l’opportunità di poter rimanere nelle terre di origine.
Sia però comune la consapevolezza che i loro destini dipenderanno unicamente dalla capacità del sistema Paese di creare occasioni nuove di sviluppo sociale, economico, culturale e di rimuovere fin da ora le differenze strutturali che ancora lo connotano.
Francesco Solazzo – Segretario generale
10 marzo 2021