La CISL incontra S. E. Mons. Filippo Santoro Arcivescovo di Taranto
Il saluto di Francesco Solazzo – Segretario Generale
Cara Eccellenza, abbiamo voluto fortemente confermare, anche quest’anno, nonostante gli oggettivi condizionamenti della pandemia, l’incontro del Gruppo dirigente Cisl territoriale con Lei, autorevole Pastore della Metropolia di Taranto, proseguendo una lunghissima tradizione che per noi continua a caratterizzarsi quale testimonianza di fraternità, di condivisione, di impegno e di fondata speranza.
Di speranza, certo, intesa come valore esigente in un contesto generale e locale caratterizzato da difficoltà, incertezze, paure, in qualche caso di inaccettabili divisioni.
E poi, quale tempo migliore se non l’Avvento per meditare, oltreché sul mistero profondo del “Dio che viene” anche sulle innumerevoli certezze spazzate via da un virus, il Covid-19, rispetto al quale il progresso tecnologico e quello scientifico hanno evidenziato tutti i loro limiti.
Tuttavia, questo è anche il tempo di riflettere sui tanti elementi di speranza, a partire dal fatto che il vaccino già dalle prossime settimane possa contribuire ad una inversione di tendenza, a vantaggio di tutti, nessuno escluso, come ammonisce Papa Francesco e, aspetto non secondario, su come effettivamente concepire questa crisi epocale come opportunità per venirne fuori meglio di come eravamo, in quanto persone, cittadini ma anche come Paese e come comunità umana.
In questo 2020 è stata messa in discussione la presunzione dell’uomo nel suo rapporto con la vita, con il prossimo, con l’ambiente, con il creato.
L’emergenza sanitaria non ha svelato esclusivamente le inappropriatezze del sistema sanitario, bensì ha dimostrato le fragilità di un modello di sviluppo che ha mondializzato il mercato ma non la solidarietà e che paga la colpa di aver concepito il rapporto salute-lavoro-ambiente in funzione esclusiva del profitto e non già della persona che, proprio per questo, ha pagato e continua a pagare il prezzo più alto.
“Non siamo condannati a modelli economici che concentrino il loro interesse immediato sui profitti come unità di misura e sulla ricerca di politiche pubbliche simili che ignorano il proprio costo umano, sociale e ambientale” ha detto Papa Francesco ai giovani partecipanti al recente The economy of Francesco.
Già a settembre 2015 con l’agenda Onu 2030 ci si pose l’obiettivo di modificare quel modello di sviluppo, con azioni comuni tra i Paesi membri per intervenire sulle tante diseguaglianze economiche, sociali ed ambientali.
Quell’Agenda giungeva dopo lo straordinario appello della Laudato si che ha richiamato il mondo alla necessità di un nuovo modello di sviluppo basato sul principio di ecologia integrale che, appunto, mette insieme dignità della persona e rispetto dell’ambiente.
La pandemia ha fatto riemergere prepotentemente il tema delle diseguaglianze e della cultura dello scarto e ciò a maggior ragione impone oggi, assai più di prima, una visione di società capace di restituire fiducia e speranza di presente e di futuro ai tanti tra lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, donne, giovani, ragazzi persino di età scolare che sembrano averle smarrite.
Taranto, con il suo territorio provinciale, pur con segnali di novità progettuali relativi allo sviluppo ed all’occupazione aggiuntiva – che al momento sono più annunciati che in fase di realizzazione – soffre di fortissime tensioni, per ragioni che spaziano dall’assenza di lavoro alla disoccupazione, dalla mancata appropriatezza del sistema sanitario e socio-sanitario all’illegalità diffusa nel mercato del lavoro, da potenzialità produttive ancora inespresse ad un’inefficace sviluppo aggiuntivo, da una economia non ancora sostenibile ad una salubrità ambientale non ancora realizzata.
A ciò si aggiunge una questione poco dibattuta ma meritevole anch’essa di considerazione, a nostro, avviso, cioè la contrazione del numero di abitanti; o perché le giovani generazioni cercano altrove soddisfacimento alle loro aspettative di studio e di lavoro o perché si generano meno figli per cui lo scarto tra numero di nati e numero di morti permane qui assai vistoso.
Per quanto ci riguarda, intendiamo continuare a percorrere la strada del protagonismo sociale insieme con le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate e i pensionati, le cittadine e i cittadini, rappresentando i loro problemi ed affinando ulteriormente la nostra capacità di proposta.
Sull’ex-Ilva, ad esempio, abbiamo ribadito in ogni circostanza che continuiamo a considerare non negoziabili i temi dell’ambiente, della salute, della sicurezza e del lavoro, realizzabili con un piano industriale non diverso da quello sottoscritto a settembre 2018 che sanciva la salvaguardia occupazionale di tutti i dipendenti diretti, dell’appalto e dell’indotto, nonché un processo di ambientalizzazione da realizzare con modalità e tempistiche sostenibili.
La nostra continua ad essere una posizione chiara, lineare e fa specie che ci sia chi, non avvezzo al dialogo sociale enfatizza posizioni populiste che non aiutano e non servono né alla città né al territorio né al Paese e, soprattutto, non consentono all’intera comunità ionica, in tutte le sue componenti, di fare fronte comune e di fare rete.
Il nostro ruolo continuerà ad essere quello di rimanere affianco ai tanti delegate e delegati, lavoratrici e lavoratori – metalmeccanici, servizi, pulizie e mense, edili, trasporti, portuali, elettrici – impegnati a difendere quotidianamente le rispettive aziende, che costituiscono il loro futuro, la loro salute e quella dei loro familiari, la loro dignità di persone che nel lavoro realizzano una missione di progresso sociale ed economico.
Cara Eccellenza, il 28 novembre dello scorso anno apprendevamo con gioia che dal 4 al 7 febbraio 2021 Taranto avrebbe ospitato i lavori della 49^ settimana sociale dei cattolici, sul tema: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro #tuttoèconnesso“; appuntamento che a causa della pandemia è stato, opportunamente, spostato ad ottobre.
Quell’appuntamento costituirà, senza dubbio, per tutto il Gruppo dirigente della Cisl occasione di ascolto, di recepimento, di meditazione, in particolar modo cogliendo spunti importanti, a partire dalla Instrumentum Laboris.
Offriremo, se richiesto, il nostro contributo di idee e di proposte radicate nei nostri principi valoriali, che sono: il rispetto per ogni persona, il dialogo, la partecipazione, il pluralismo, la corresponsabilità sociale, l’accoglienza, la prossimità, con grande attenzione alle periferie, intese come luoghi e come realtà sociali ed esistenziali.
Orientati anche dalla Dottrina sociale della Chiesa abbiamo la consapevolezza di operare in un contesto di individualismo galoppante, terreno fertile in cui cova l’intolleranza, l’odio e l’ esclusione del diverso da sé.
Ma non esistono alternative al cambiamento vero, sostenibile, solidale, corresponsabile, né alla valorizzazione del lavoro produttivo e non assistito, alla nuova cultura del lavoro dignitoso e non sfruttato, alla valorizzazione dell’impresa, del territorio, con uno sviluppo aggiuntivo in tutti i settori produttivi, dalla cultura al turismo all’agricoltura alla sanità e con attenzione particolare alla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Da questo punto di vista vanno colte tutte le opportunità di sviluppo del territorio ed il tavolo che si è aperto lo scorso 18 dicembre, con il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Turco, in merito alla clausola sociale premiale, relativa al CIS contribuisce, indubbiamente, a trasformare la speranza di sviluppo in realtà.
Quanto al Piano europeo Next generation Eu vanno utilizzate tutte le risorse disponibili guardando al debito generazionale che esiste nel Mezzogiorno e nei nostri territori per quanto ci riguarda, puntando sulla formazione e su una forte sintonia tra potenzialità produttive del territorio, a cominciare dalla Scuola, dall’Università, da una Pubblica Amministrazione all’altezza delle sfide che il Paese ha di fronte.
Le nuove tecnologie, la digitalizzazione, la transizione energetica, l’economia circolare, aprono ad un mondo pieno di opportunità ma anche al rischio di maggiori diseguaglianze professionali se la riqualificazione delle competenze e la creazione di nuove non accompagnasse una formazione capace di creare più sintonia tra la scuola, impresa e territorio.
Confronto, partecipazione e coesione sono, perciò, necessarie per uno sviluppo condiviso, così come viene raccomandato anche dalla stessa presidente della commissione europea Ursula Von Der Leyen.
Ebbene, il messaggio chiaro e forte che viene dall’Europa va reso esigibile e, a ben guardare, fa il paio con i nostri continui appelli alle istituzioni, circa l’esigenza di una corresponsabilità sociale che miri a porre in essere iniziative utili all’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani, all’accrescimento delle loro competenze, allo sviluppo di una nuova mentalità, di una nuova cultura, di un nuovo umanesimo, che pongano al centro non solo l’economia e il mercato ma la persona intesa nella sua dimensione integrale.
E’ una strategia che vorremmo venisse valorizzata dal territorio, in tutte le sue componenti, attraverso confronti partecipati in cui prevalga il rispetto delle idee altrui e non la demonizzazione delle stesse, al fine di condividere percorsi che abbiano come fine ultimo il bene comune.
Origina esattamente da ciò la nostra insistita proposta di un Patto sociale territoriale per dare corso ad una vera unità di intenti tra istituzioni e parti sociali, per lo sviluppo e l’occupazione aggiuntiva e per dare coerenza al monito universale di Papa Francesco “nessuno si salva da solo”!
Ci piace concludere questo indirizzo di saluto con un passaggio illuminante e profetico tratto dall’Enciclica Fratelli tutti (Cap.1, par. 14): “Un modo efficace di dissolvere la coscienza storica, il pensiero critico, l’impegno per la giustizia e i percorsi di integrazione è quello di svuotare di senso o alterare le grandi parole. Che cosa significano oggi alcune espressioni come democrazia, libertà, giustizia, unità? Sono state manipolate e deformate per utilizzarle come strumenti di dominio, come titoli vuoti di contenuto che possono servire per giustificare qualsiasi azione.”
Ecco un fronte di impegno culturale e sociale per cui vale la pena spendersi, così che la possibilità di cambiamento sia nelle nostre mani a condizione di restare uniti e di non abbandonare la speranza cristiana che il mondo possa essere migliore.
E allora, cara Eccellenza, nonostante tutto, nonostante le ulteriori, recenti, restrizioni il nostro augurio è che il Natale 2020 sia annuncio di esultanza e di serenità.
A nome mio personale e della Cisl Taranto Brindisi auguro a Lei ed a tutti gli amici, le amiche, colleghe e colleghi presenti ed alle rispettive famiglie, Buon Natale e Felice Anno 2021!
Cripta di Santa Rita – Parrocchia di Sant’Antonio – Taranto – 21 dicembre 2020 ore 16.30